Crisi, Usa/ La California respinge nuove tasse e rischia di affondare nel debito statale di 21 mld di dollari

Al grido di ”TEA” (acronimo per Taxed Enough Already, già tassati abbastanza), i cittadini californiani hanno respinto nelle urne mercoledì con un ampia maggioranza i seppur lievi aumenti fiscali con i quali il governatore repubblicano Arnold Schwarzenegger e il parlamento statale avevano sperato di colmare un deficit di bilancio di 21 miliardi di dollari che rischia di far affondare lo stato della West Coast, a quanto riferisce la Reuters.

Non si trattava proprio di stangate: un’addizionale dell’1% sull’imposta di consumo, un aumento della tassa di circolazione e un incremento dello 0,25% dell’Irpef californiana. Ma ha prevalso il ”Taxed Enough Already”.

L’umore (nero) dei californiani  sottolineato dal fatto che l’unica ”proposition”, o proposta, accettata con un margine del 75 per cento, è quella che vieta ogni aumento retributivo per parlamentari e pubblici amministratori quando il bilancio è in passivo, ovvero per un periodo certamente non breve. Intanto ieri sono stati ridotti del 18% gli stipendi dei funzionari dello Stato con cariche elettive.

Svariati commentatori preparano già il necrologio politico di Schwarzenegger, le cui riforme erano già state bocciate quattro anni fa dai californiani. Allora l’ex-attore di ”Terminator” aveva recuperato accordandosi coi democratici e nel 2006 era stato rieletto. Ora, a meno di due anni dal termine del mandato, la sua carriera politica sembra compromessa.

L’estate californiana si preannuncia quindi lunga e bollente. In qualche modo la voragine del deficit statale dovrà essere, se non colmata, almeno ridimensionata, e per far questo il governo sarà costretto a tagliare spese essenziali, a licenziare migliaia di dipendenti pubblici (soprattutto insegnanti) e a rimettere in strada molti criminali perchè mantenerli in prigione costa troppo. Già ieri in California è iniziata la protesta delle categorie a rischio licenziamento.

Con Schwarzenegger la California è  stata il laboratorio di una politica generalizzata di tagli da contrapporre al classico ”tax and spend” (tassa e spendi) dei democratici, ma, anche a causa della crisi economica – che ha colpito lo stato molto più  gravemente di altri – ora si trova in un vicolo cieco. L’unica speranza sono gli aiuti federali.

«Se dessero anche a noi quello che hanno dato all’industria dell’auto», ha dichiarato Daniel Mitchell, economista all’Università della California a Los Angeles, «potrebbero risolvere i nostri problemi per un paio d’anni».

Entusiasti sono invece i conservatori antitasse, i quali sperano che il voto di martedì alimenti una rivolta nazionale contro l’interventismo del presidente Barack Obama in economia e un ritorno al minimalismo dell’intervento statale, da sempre cavallo di battaglia dei repubblicani. Ovvero, la consultazione di mercoledì come riedizione della storica Proposition 13: il voto californiano contro i nuovi tributi che trent’anni fa aprì a Ronald Reagan la strada per la Casa Bianca per scacciarvi i democratici ed il loro ”tax and spend”. Ma Schwarzenegger non è Reagan.

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