Cuba: “Noi al pari dell’Iran? E’ paranoia antiterroristica”

Pubblicato il 6 Gennaio 2010 - 20:55 OLTRE 6 MESI FA

Raul Castro

Cuba passa dalle parole ai fatti. Il governo di Raul Castro ha presentato una nota ufficiale di protesta al diplomatico più importante di Washington nell’isola, Jonathan Farrar, capo della Sezioni di interessi degli Stati Uniti all’Avana e al Dipartimento di Stato contro l’inclusione di Cuba nella lista dei 14 paesi nei confronti dei quali Washington applicherà controlli sistematici sui passeggeri da lì provenienti e con destinazione Usa.

Nella nota il governo cubano considera la decisione un’azione “politicamente motivata” per giustificare l’embargo economico e finanziario che gli Stati Uniti mantengono con il loro Paese dal 1962.

«Noi condanniamo energicamente questa nuova azione ostile del governo degli Stati Uniti» aggiunge il comunicato, che bolla come «ingiusta» l’inclusione di Cuba fra la lista di Paesi da tempo considerati dagli Usa sponsor del terrorismo internazionale insieme a Iran, Sudan e Siria. Prima della protesta ufficiale, il portavoce del Dipartimento di Stato Crowley aveva giustificato l’inclusione di Cuba nella lista di sponsor del terrorismo per il suo riconoscimento di gruppi ribelli e guerriglieri in America Latina. Cuba è stata messa in questa lista negli anni 80 e ha sempre rifiutato le accuse.

Da Washington il portavoce della Sezioni di interessi cubani Alberto Gonzalez ha dichiarato che il suo paese «non riconosce alcuna autorità morale al governo degli Stati Uniti per stabilire la sua inclusione e quella dei cubani in questo tipo di liste. Il territorio cubano non è stato mai utilizzato per organizzare, finanziare o eseguire azioni terroristiche contro gli Stati Uniti o un’altro Paese».

L’indurimento di toni segna per ora la fine del timido inizio di disgelo tra i due paesi intervenuto dopo l’arrivo alla Casa Bianca di Obama nel gennaio 2009. Il neo presidente tolse quasi subito ai cubano-americani le restrizioni sui viaggi e sull’invio di valuta all’isola. L’Avana, pur giudicando «insufficienti» queste misure e continuando a richiedere la fine dell’embargo e la chiusura della base Usa a Guantanamo, aveva socchiuso la porta ad un dialogo bilaterale. Ora la nuova crisi terroristica fa tornare il gelo e già due giorni fa il quotidiano ‘Granma’, organo ufficiale del Partito comunista cubano (Pcc), aveva denunciato i nuovi controlli Usa come «paranoia antiterroristica».

Immediata la risposta degli Usa. Secondo Washington  Cuba merita di stare nella lista nera degli Stati che favoriscono il terrorismo. Un funzionario del dipartimento di Stato ha sottolineato che Cuba offre ospitalità e rifugio a una serie di gruppi terroristi, come i militanti baschi dell’Eta e i guerriglieri colombiani delle Farc e dell’Eln