Curdi chiamano Putin, Assad invia truppe, jihadisti la fanteria di Erdogan

Curdi chiamano Putin in Siria, Assad invia truppe, jihadisti la fanteria di Erdogan
Curdi e turchi sul fronte nella foto Ansa

ROMA- Curdi chiamano Putin, per interposta Damasco. In una base militare della Siria, una di quelle dove le truppe russe sono da anni di casa, è stato raggiunto se non un pieno accordo di certo una base di immediata intesa operativa. Prevede questa intesa che un po’ di truppe di Assad (il governo che controlla due terzi della Siria) marcino o più probabilmente si schierino più a Nord, in faccia ai turchi che avanzano.

In realtà ad avanzare non sono propriamente i soldati turchi. Hanno imparato e mandano avanti la loro fanteria che proprio loro non è: la fanteria di Erdogan sono le milizie jihadiste. La cosa deve sorprendere fino a un certo punto, anzi molto poco. Durante gli anni dell’Isis il confine turco con i territori occupati dall’Isis era volutamente permeabile: il governo di Erdogan lasciava passare soldati dell’Isis e chiudeva più di un occhio sul traffico clandestino di petrolio. Per l’ Isis che aveva capitale Raqqa quello con la Turchia era un confine tutt’altro che chiuso e nemico.

Ora Erdogan usa le milizie jihadiste per molti motivi. Primo: subire poche perdite di soldati turchi. Anche la Turchia, anche la più che nazionalista Turchia non reggerebbe a una lunga processione di bare che tornano avvolte nella mezzaluna. Quindi aeronautica turca bombarda indisturbata, poi milizie jihadiste vanno sul terreno.

Secondo motivo: gli jihadisti fanno sul terreno quello che l’esercito turco non può fare: piazza pulita di esseri umani. Le milizie ammazzano sul posto chiunque incontrino, fanno non solo il lavoro sporco, anche quello sporchissimo che servono entrambi quando vuoi espiantare una popolazione dalla terra che abita.

Ma ora quelle milizie stanno per trovarsi davanti le truppe contro le quali combattono da anni: i soldati di Assad. Che non andavano a Nord perché la guerra siriana si stava assestando in una vittoria quasi completa per Damasco. Quasi completa, tranne che a Nord Ovest del paese. Dove con l’assenso dei russi si era creata e accettata una sorta di camera di compensazione territoriale per jihadisti fuggiti dalle altre parti del paese. Assenso dei russi, perché Assad che la guerra la stava perdendo la stessa guerra l’ha quasi vinta con le armi e con le forze armate russe schierate e combattenti in campo a suo sostegno.

Se oggi anche un solo blindato di Assad accende il motore verso il Nord della Siria è perché i russi hanno detto sì, è perché Putin ha detto sì (pro curdi). Creando una situazione dove aerei da combattimento turchi (paese della Nato) potrebbero attaccare colonne militari con dentro militari russi. Lo faranno? Erdogan correrà anche questo rischio? Di certo la Russia fa una cosa concreta sul campo. Mentre l’Europa chiacchiera di un embargo nella fornitura di armi alla Turchia. Armi di cui la Turchia non ha bisogno. Ne ha in abbondanza e quelle che poteva l’Europa ad Erdogan le ha già vendute. Putin complica le cose ad Erdogan, la Ue ad Erdogan gli dà il fastidio di un moscerino ronzante.

Gestione cookie