ROMA – Settanta milioni di telefonate intercettate nella sola Francia. Orecchie tese ad ascoltare chiacchierate sensibili di quello che è a tutti gli effetti un paese alleato. Lo fanno gli Stati Uniti alla Francia (e non solo) e la Francia non gradisce al punto che quando Obama telefona al presidente Francois Hollande trova dall’altro capo della linea un presidente infastidito, quasi stizzito. Che “disapprova”, anzi di più, “biasima profondamente”.
Si allarga ulteriormente lo scandalo Datagate, quello legato alle attività di spionaggio degli Stati Uniti: milioni di dati telefonici sono stati intercettati in Francia mentre anche le e-mail dell’ex presidente messicano Felipe Calderon non sono sfuggite al grande orecchio americano.
Barack Obama ha telefonato al presidente francese Francois Hollande, ribadendo la “piena amicizia” e assicurando che “certa stampa ha distorto le nostre attività”, ma ammettendo anche che tali attività “sollevano interrogativi legittimi per i nostri amici e alleati”. Ed ha aggiunto che gli Stati Uniti “hanno iniziato a rivedere il modo in cui raccogliere informazioni”. Dall’altro capo del telefono Obama ha trovato un Hollande molto duro che, secondo una nota dell’Eliseo, ha espresso “profondo biasimo” e “disapprovazione” per quelle che ha definito “pratiche inaccettabili fra alleati e amici, che oltraggiano la vita privata dei cittadini francesi”.
La Casa Bianca a inizio giornata aveva minimizzato, assicurando che Washington si procura dati all’estero “come tutti gli altri Paesi”, nel commentare gli scoop del quotidiano francese Le Monde e del settimanale tedesco Der Spiegel. Ma il segretario di Stato John Kerry, in visita a Parigi, aveva corretto il tiro, assicurando che “la Francia è uno dei nostri più vecchi alleati” e annunciando un bilaterale con Fabius dedicato al Datagate.
E’ solo l’ultimo capitolo della lunga serie di rivelazioni firmate Edward Snowden, l’ex consulente della NSA – la National security agency americana -, che sembra aver allungato le sue orecchie indiscrete ai quattro angoli del pianeta. Questa mattina, Parigi ha convocato d’urgenza l’ambasciatore americano. Mentre il Messico ha chiesto l’apertura di un’indagine.
”Sono profondamente scioccato”, ha tuonato il premier di Parigi, Jean-Marc Ayrault. ”E’ inverosimile che un Paese alleato come gli Stati Uniti possa spingersi fino al punto di spiare cosi’ tante comunicazioni private che non hanno alcuna giustificazione strategica o di difesa nazionale”, ha aggiunto Ayrault, chiedendo a Washington ”risposte chiare, che giustifichino i motivi per cui si e’ fatto ricorso a queste pratiche, e soprattutto la creazione di condizioni di trasparenza per porvi fine”.
Su un periodo di trenta giorni, dal 10 dicembre 2012 all’8 gennaio 2013, la NSA avrebbe effettuato, nella sola Francia, 70,3 milioni di registrazioni di dati telefonici, ha rivelato il quotidiano Le Monde, citando i documenti di Snowden. Una notizia che ha spinto le autorita’ transalpine a convocare, per la seconda volta in pochi mesi – e sempre per lo stesso motivo – l’ambasciatore Usa, Charles Rivkin. ”Gli abbiamo ricordato che questi tipi di pratiche tra partner e’ completamente inaccettabile e che vogliamo avere la garanzia che non abbiano piu’ luogo”, ha riferito Alexandre Giorgini, vicedirettore dell’ufficio stampa del Quai d’Orsay. La Francia ”ha chiesto che (gli Usa,ndr.) forniscano nel piu’ breve tempo possibile una risposta concreta alle nostre preoccupazioni”, ha aggiunto.
Della questione Kerry e Fabius parleranno dunque domani, nel corso di un colloquio a Parigi, prima di spostarsi insieme a Londra per una riunione degli amici della Siria. Da Lussemburgo, dove si trovava oggi per il Consiglio Esteri dell’Ue, il ministro francese ha detto che chiedera’ ”in modo estremamente rapido dei chiarimenti, delle spiegazioni, delle giustificazioni” al suo omologo Usa. Mentre il presidente Francois Hollande, nel prossimo vertice del 24 e 25 ottobre a Bruxelles, proporrà ”un regolamento sulla protezione dei dati personali”.
In una nota, l’ambasciatore americano a Parigi ha spiegato che ”gli Usa hanno cominciato a rivedere il modo in cui raccolgono le informazioni per trovare un equilibrio tra le legittime esigenze di sicurezza dei loro cittadini e dei loro alleati e le esigenze legate al rispetto della privacy di ogni cittadino”. Intanto, Claudio Fava, deputato di Sel e componente del Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, intervenendo ad Effetto Giorno su Radio24, in merito allo spionaggio della NSA in Francia, ha detto che la stessa cosa e’ avvenuta ”anche in Italia”. Secondo Fava, che riferisce di colloqui con i vertici della sicurezza americana a Washington, “i servizi italiani ne erano al corrente”.
I commenti sono chiusi.