Dazi Usa, la ministra Bellanova: “Donald Trump, ha mai provato parmigiano e uva?” FOTO

Teresa Bellanova con il parmigiano per Trump
La ministra Teresa Bellanova (Foto Twitter)

ROMA  –  “Donald Trump, ha mai provato il vero parmigiano con l’uva? Sano e delizioso!”: con questo tweet in inglese, con tanto di foto con piatto di uva bianca e parmigiano, la ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova è entrata nel vivo della questione che dazi americani, che mettono a rischio l’export di prodotti italiani tra cui il parmigiano reggiano, come ha spiegato la stessa ministra sui social. 

Al tweet “@realDonaldTrump, have you ever tried the #realParmigiano with grapes? Healthy and delicious!”, la ministra linka un post sul suo profilo Facebook: “Il parmigiano – spiega qui – è una delle grandi eccellenze del Made in Italy, un formaggio meraviglioso, conosciuto e amato in tutto il mondo. Ma è anche uno dei tanti prodotti dell’agroalimentare italiano che rischia di essere gravemente danneggiato dai dazi che Donald Trump vuole imporre all’Europa”.

“Non possiamo permettere – continua la ministra – che questo accada. Per questo ho scritto qualche giorno fa al Presidente del Consiglio per rafforzare la promozione del Made in Italy negli Stati Uniti. All’Unione Europea chiederò invece di intervenire per tutelare il reddito dei nostri produttori e quindi la qualità del nostro cibo. Forse Mr. Trump – conclude – non ha mai assaggiato il parmigiano Made in Italy con l’uva: sano e buonissimo”. 

I dazi americani sull’export italiano

L’Italia vuole schivare, o quantomeno ridurre al minimo, l’impatto della nuova ondata di dazi americani verso l’Unione europea: è questo il principale dossier che fa da sfondo alla visita a Roma del segretario di Stato americano, Mike Pompeo, che martedì primo ottobre ha incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ed il premier, Giuseppe Conte.

Pompeo è sbarcato a Fiumicino alla vigilia di un pronunciamento del Wto molto temuto dalle cancellerie europee: l’entità delle compensazioni che gli Stati Uniti potranno chiedere all’Ue per gli aiuti ad Airbus, giudicati illegali. Gira la cifra di 7 miliardi di euro, che gli americani potrebbero trasformare in tariffe aggiuntive ai prodotti europei. E l’Italia, che peraltro non fa parte del consorzio europeo dell’aviazione, rischia una mazzata per l’export del suo agroalimentare.

Quanto il tema sia sensibile lo dimostra il fatto che è stato Mattarella a introdurlo nel suo colloquio con Pompeo. Un colloquio di mezz’ora, in un clima molto positivo, si osserva dal Quirinale. In cui il capo dello Stato, pur senza entrare nel merito delle questioni di cui deve occuparsi il governo, ha auspicato un dialogo per giungere ad un’intesa Usa-Ue.

Anche Conte ha evocato i dazi con il ministro degli Esteri americano a Palazzo Chigi. Il premier ha sottolineato che, nella misura in cui le due economie sono integrate, rispondere al dossier Airbus colpendo i prodotti agroalimentari italiani, che rappresentano la maggior parte dell’export negli Usa, sarebbe un duro colpo per il nostro Paese, in un momento in cui si cerca di rilanciare l’economia.

I dazi, allo stesso tempo, potrebbero provocare contraccolpi anche per il mercato americano, che del Made in Italy è innamorato.

Da parte sua Pompeo ha chiarito di non essere direttamente responsabile del dossier, ma ha comunque assicurato di comprendere tali preoccupazioni. Tanto è vero che, in serata, Palazzo Chigi ha reso noto che “si è concordato sull’opportunità di rafforzare ulteriormente le già eccellenti relazioni economico-commerciali, con riferimento anche alle opportunità di crescita offerte dalla cooperazione industriale e alla questione dei dazi”. (Fonte: Ansa)

 

 

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