Donald Trump, chi è l’agente Christopher Steele autore del dossier sul tycoon

Donald Trump, chi è l'agente Christopher Steele autore del dossier sul tycoon
Donald Trump, chi è l’agente Christopher Steele autore del dossier sul tycoon

LONDRA – Il dossier infamante su Donald Trump, col quale i servizi segreti russi sarebbero in grado di ricattare il nuovo presidente Usa, è una montatura o esiste davvero? Il dossier, 35 pagine, datato dicembre 2016, contiene informazioni personali e finanziarie compromettenti per il tycoon, tra cui, forse, ci sarebbe anche un video di Trump con alcune prostitute durante un viaggio a Mosca nel 2013. Trump ha liquidato la cosa con un tweet: “Notizie false. Una vera e propria caccia alle streghe politica”.

Ma è proprio così? La fonte è Christopher Steele, un ex agente segreto al vertice del servizio di spionaggio inglese, il mitico MI6 di James Bond e Kim Philby, la spia russa arrivata a occupare la stessa posizione dell’autore del dossier. Steele, che ora fa la spia in proprio con una sua agenzia di investigazione, è precipitosamente sparito, terrorizzato da rappresaglie russe dopo che i giornali hanno fatto il suo nome. A lui si deve l’inchiesta che ha portato allo scandalo della corruzione nella Fifa, la federazione del calcio mondiale, e alla fine della carriera del suo presidente Sepp Blatter e del suo delfino Michel Platini.
Un ricco ritratto di Christopher Steele è stato prodotto per il Daily Mail da Sam Greenhill and Vanessa Allen.

Christopher Steele, un tempo era una top spy del MI6 per gli affari russi e vissuto nell’ombra, fino a quando non è stato smascherato come il presunto autore del “dossier sporco” su Donald Trump. Ora, il 52enne spera di tornare nell’anonimato dopo essere fuggito dalla sua casa da 1,5 milioni di sterline nel Surrey, chiedendo al vicino di prendersi cura dei suoi tre gatti.

Si è unito al MI6 dopo la laurea conseguita alla Cambridge University, dove è stato descritto come un “confermato socialista”. Quando era un giovane agente dei servizi segreti britannici a Mosca, è stato spesso tormentato dal KGB: una volta lamentò che avevano rubato un paio di scarpe col tacco alto di sua moglie Laura dal loro appartamento.

Steele è diventato capo della sezione russa del MI6, il che significa che è stata una top spy del Secret Intelligence Service. Non c’era da stupirsi quando, nel 2009, ha abbandonato l’MI6 per mettersi in proprio, realizzando l’Orbis Business Intelligence, società di consulenza privata nel campo della sicurezza. Co-fondata con un altro ex ufficiale del MI6, Christopher Burrows: nel corso degli ultimi due anni ha guadagnato 1 milione di sterline e contribuito a portare allo scoperto lo scandalo della corruzione calcistica nei vertici della FIFA.

I contatti di Steele a Mosca, hanno spinto gli avversari politici di Trump a farlo indagare sui rapporti tra la Russia e l’attuale presidente americano. I sensazionali risultati ottenuti, includono il fatto che il Cremlino sia in possesso di un file con cui compromettere e ricattare Trump: un video a luci rosse in cui è in compagnia di due prostitute russe, mentre sono impegnati in un atto “sessuAlmente perverso”.

Un amico di Steele, lo ha descritto come un professionista esperto, formidabile e non come una persona poco credibile. Steele è nato nel 1964 ad Aden, suo padre era nell’esercito, ed è cresciuto nel Surrey, prima di frequentare il Girton College, e diventare, nel 1986, presidente del gruppo di discussione della Cambridge Union.

A 26 anni, anche se stava spiando i russi, Steele ha lavorato sotto copertura diplomatica come Secondo segretario (Cancelleria), collaborando a stretto contatto con Sir Tim Barrow, attualmente nuovo ambasciatore britannico all’Ue, nell’angusta ambasciata britannica lungo il fiume Moscova, dove sulla riva sinistra c’è il Cremlino. Dopo aver trascorso tre anni nella capitale russa, Steele nel 1993 è rientrato nel Regno Unito. Con la moglie Laura si trasferisce a South Norwood, Sud-est di Londra, ed ha avuto due figli, Matthew e Henry, prima che fossero trasferiti a Parigi, nel 1998, dove Steele, diventò Primo segretario (finanziario). La figlia Georgina è nata in Francia, due anni dopo.

In quel periodo, il lavoro di Steele lo ha portato in Afghanistan, a seguito della cacciata dei talebani dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre a New York. Le fonti hanno detto che era in un team MI6, nella base aerea di Bagram, forze speciali informative nella missione ad alto rischio “uccidere o catturare” i bersagli talebani.

Era un amico e coetaneo di Alex Younger, ora a capo del MI6. Si trasferisce di nuovo a Londra, dove diventa capo della sezione russa MI6. Quando Alexander Litvinenko fu assassinato nel 2006, l’allora capo del MI6, Sir John Scarlett, si rivolse a Steele, il quale concluse che Litvinenko era stato avvelenato in un’operazione autorizzata dal Cremlino.

In ogni caso, Steele aveva deciso di lasciare l’MI6 poco prima della morte di sua moglie per cirrosi epatica e realizzare l’Orbis Business Intelligence insieme a Burrows. I conti della società, lo scorso mese, parlano di 401.000 sterline di profitto nel 2015 e di 621.000 nel 2016.

E ‘stato il lavoro sulla FIFA, che si dice lo abbia condotto a cercare del marcio tra i rapporti di Trump con la Russia. Steele è stato la scelta ideale. Durante gli anni trascorsi a Mosca, aveva stabilito contatti personali con il KGB, poi con l’FSB, agenti, alcuni dei quali erano nel settore privato, società russe equivalenti all’Orbis.

Un ex funzionario del Foreign Office, che lo conosce da 25 anni e lo considera un amico, ha detto:”L’idea del suo lavoro è falsa come, d’altra parte, è completamente falsa un’operazione cowboy. Chris è un uomo molto semplice, franco. Se fosse stato incline a voli di fantasia, non avrebbe potuto sopravvivere nel suo lavoro”.

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