Boicotta I’ebrea, caccia il cristiano…Tunisia, Egitto: primavera Islam

ROMA- Ai mondiali di scherma a Catania la tunisina Sarra Besbes ha rifiutato di gareggiare con Noam Mills, rea di essere israeliana. La Federazione della scherma tunisina, insomma i capi della Besbes hanno fatto i “pesci in barile”: nessuna condanna, nessuna sanzione, la versione ufficiale è che la loro atleta è stata “sconfitta” perché è rimasta immobile in pedana. Dunque, se sei israeliano è meglio non toccarti, neanche con la punta della spada, per la giovane tunisina della nuova e giovane Tunisia c’è rischio di contagio politico/etnico. In Egitto se sei cristiano è molto meglio che ti acquatti o fai la valigia, ultimamente rischi grosso, addirittura la pelle. Dal piccolo ma emblematico gesto della Besbes fino ai morti in piazza, morti cristiani, una folata di vento sta spazzando il miraggio apparso nel deserto nordafricano, il miraggio della democrazia nascente al ritmo di Internet.

Tunisia ed Egitto si avviano a rispettive elezioni. In entrambi i paesi gli islamici sono pronti a dipingere di verde led bandiere della cosiddetta “Primavera araba”. Si dicono tolleranti verso la laicità, nelle dichiarazioni ai media occidentali. Ma con coltelli e bastoni accompagnano la studentessa che vuole andare all’università con il niqab, il velo integrale. Bloccano la proiezione del film Persepolis che giudicano “blasfemo”, si scontrano con la polizia al grido “moriremo per Allah”. Pretendono, impongono costumi islamici oggi, ora e subito. Costumi da far diventare legge islamica domani dopo le elezioni del 23 ottobre. In Egitto i fratelli islamici fanno altrettanto, attaccano le ragazze che “non rispettano i buoni costumi”, seminano il terreno per la loro annunciata vittoria elettorale. La Primavera araba è sempre più islamica e l’Occidente, soprattutto quello democratico e progressista, si prepara a ripetere qualche decennio dopo lo stesso errore che fece con Khomeini, salutato come il liberatore dalla dittatura. Era il fondatore della teocrazia.

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