Egitto, El Baradei: “Mi candiderò alle presidenziali 2011”

Mohamed El Baradei

IL CAIRO –  Mohammed El Baradei scende in campo. L’ex direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, premio Nobel per la Pace nel 2005, ha annunciato – partecipando a un talk show a una tv privata – che si presenterà alle elezioni presidenziali previste quest’anno in Egitto, candidandosi così a guidare il Paese dopo il trionfo della rivoluzione che ha portato alla caduta di Hosni Mubarak.

Un voto che segnerà un passaggio storico per stabilizzare le istituzioni dell’Egitto dopo la rivolta di popolo che ha aperto le porte a una nuova speranza di libertà e democrazia nel paese dei Faraoni.

Baradei – forse assieme al capo della Lega Araba, Amr Mussa, il diplomatico egiziano più conosciuto al mondo – è accorso subito al Cairo per partecipare alla rivoluzione contro Mubarak.

Il 28 gennaio era presente in piazza Tahrir, il luogo simbolo di questa rivolta, accanto a centinaia di migliaia di egiziani, per chiedere la fine di un regime oppressore in carica da 30 anni.

In quei giorni, ebbe un ruolo centrale nell’esortare l’esercito a coinvolgere in modo massiccio la popolazione civile nel processo di passaggio dei poteri. E l’11 febbraio, quando dopo 18 giorni di proteste ininterrotte, Mubarak annunciò le sue dimissioni, disse alla Bbc che ”quello era il più bel giorno” della sua vita.

Nello stesso programma in onda su Ontv, Baradei ha anche affermato che voterà contro il referendum indetto per emendare la Costituzione dal Consiglio supremo militare ora al potere in Egitto: ”Sarebbe un insulto alla rivoluzione, se decidessimo di recuperare questa Costituzione – ha affermato – ne serve una nuova”.

Sposato con due figlie, 68 anni, El Baradei, considerato un riformista, dopo la laurea al Cairo, ha studiato a New York dove ha ottenuto un dottorato in diritto internazionale. Ma è all’epoca della guerra in Iraq, che il mondo si accorge di lui.

Nel novembre del 2002, in qualità di capo della Aiea, guidò gli ispettori Onu per verificare la distruzione delle armi di massa da parte di Saddam Hussein. Da capo dell’Aiea, fece di tutto per scongiurare quel conflitto che segnò un grande trauma nei rapporti tra l’Occidente e l’Islam. Allora perse quella battaglia. Tra qualche mese ne combatterà un’altra, quella per diventare il primo presidente del nuovo Egitto libero.

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