Egitto, elezioni rinviate di 3 mesi: la decisione dei militari

IL CAIRO – Un improvviso dato di chiarezza nell'incerto futuro politico egiziano è venuto stasera da un annuncio del vice primo ministro, Yahya El Gamal, ad una tv privata: il Consiglio Supremo delle Forze Armate (Csfa), che ha il controllo del paese dalle dimissioni di Mubarak, l'11 febbraio scorso, ha deciso di accogliere la richiesta di rinviare di tre mesi le elezioni parlamentari che aveva fissato per settembre.
L'annuncio e' stato fatto dall'83enne vicepremier alla televisione privata Al Hayat, molto seguita al Cairo, mentre a tarda ora la tv del Qatar Al Jazira, con un annuncio sulla striscia rossa che scorre sullo schermo, ha reso noto: ''Da fonti vicine al Consiglio Supremo delle Forze Armate si apprende che potrebbe essere deciso un rinvio delle elezioni parlamentari''. Nell'assenza di altre conferme ufficiali – la pagina del Csfa, di solito utilizzata per comunicare decisioni importanti, non dà per ora alcuna indicazione in merito – si valutano altre circostanze della giornata. La decisione presa dai militari conferma quanto il capo del Consiglio, il maresciallo Hussein Tantawi, ha dichiarato in mattinata ai senatori americani John Kerry e John Mc Cain che lo hanno incontrato. E cioè la loro volonta', in ogni caso, di facilitare una transizione del potere ad un governo civile eletto ''al piu' presto possibile''.

Il rinvio delle elezioni di tre mesi – anche se nessuna informazione si ha per ora delle elezioni presidenziali che il calendario prevedeva dovessero tenersi uno-due mesi dopo quelle legislative – sembra soddisfare, sia pure solo parzialmente, richieste venute dai giovani promotori della rivolta del 25 gennaio e da partiti dell'opposizione, ma anche da qualificati rappresentanti egiziani, come il segretario generale della Lega Araba, Amr Mussa, e l'ex direttore generale dell'Agenzia Atomica Internazionale (Aiea), Mohamed el Baradei (entrambi potenziali candidati alla presidenza della repubblica). Varie di queste forze hanno infatti sostenuto che le elezioni a settembre non avrebbero consentito alle forze politiche in via di formazione, e quindi meno preparate, di affrontare una campagna elettorale efficace. Avrebbero invece favorito forze tradizionali, come la confraternita dei Fratelli Musulmani, o residui del disciolto partito al potere nell'era Mubarak, il Partito Nazionale Democratico.

Il futuro politico dell'Egitto e' quindi ora rimesso, almeno per 90 giorni, in discussione: anche se il rinvio delle elezioni significa avere per tre mesi in piu' rispetto al previsto i militari al potere, tuttavia, potrebbe dare strutture piu' consistenti a nuove forze civili. Ma soprattutto potrebbe costituire un argine piu' robusto alla temuta avanzata politica dei Fratelli Musulmani.

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