Egitto: almeno 13 le vittime nella notte. Picchiato a morte uno straniero. Il vicepresidente Suleiman: “Scontri frutto di un complotto”

IL CAIRO -La conta dei morti negli scontri avvenuti nella notte del 2 febbraio al Cairo sale a quota 13. Il ministero della sanità egiziano, citato dall’emittente Al Jazira in inglese, afferma che sono almeno 13 le persone morte e circa 1.200 quelle rimaste ferite negli scontri della notte.

A loro oggi si è aggiunto anche uno straniero, secondo testimoni picchiato a morte nella centrale Piazza Tahrir, teatro degli scontri fra i sostenitori di Mubarak e gli oppositori al regime.  L’identità e la nazionalità della vittima non sono ancora noti.

La tv Al Jazira ha riferito che ”cecchini” appostati su tetti sparano sulla folla a piazza Tahrir al Cairo.

Nella giornata di oggi, 3 febbraio, sono stati anche presi di mira giornalisti e attivisti dei diritti umani. Due centri per i diritti umani egiziani sono stati chiusi e sono stati arrestati quattro addetti egiziani. Lo riferiscono operatori umanitari. Almeno sette giovani leader della contestazione popolare in corso in Egitto sonostati arrestati oggi dalle autorità.

La tv di Stato avrebbe anche riferito di casi di avvelenamento da cibo tra i manifestanti che si trovano dal 25 gennaio in piazza Tahrir. Il notiziario della televisione ha dato notizie di 18 casi di avvelenamento alimentare, probabilmente in seguito a acqua o alimenti inquinati o avariati. Indagini sono state disposte per chiarire le cause dell’episodio.

I dipendenti dell’Onu. Decine di funzionari delle Nazioni Unite hanno lasciato l’Egitto perché la situazione nel Paese sta diventando sempre più instabile. Lo ha detto all’ANSA Farhan Haq, portavoce del Palazzo di Vetro. “Dall’Egitto è partito un primo aereo diretto a Cipro, con circa 150 persone a bordo”, ha spiegato Haq. ”In tutto – ha aggiunto – saranno circa 400 a lasciare il Paese, e questo numero comprende i funzionari e le loro famiglie”. Il portavoce ha precisato che ”le funzioni essenziali continueranno a essere portate avanti dalle centinaia di persone, di nazionialità egiziana o internazionali, che rimarranno nel Paese”.

Il monito della Casa Bianca. Il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One ha detto che il governo egiziano non deve attaccare i giornalisti che stanno coprendo le proteste antigovernative, e che chiunque sia stato trattenuto per questo deve essere rilasciato.

L’appello di Suleiman. Il vicepresidente egiziano, Omar Suleiman, rivolgendosi al paese in tv, ha invitato espressamente i Fratelli Musulmani al dialogo con il governo. ”Le elezioni presidenziali si terranno prima di settembre, possibilmente ad agosto”, ma “la richiesta di deporre il presidente egiziano Mohammad Hosni Mubarak è una richiesta estranea al popolo egiziano”. Il vicepresidente egiziano ha affermato che per ”le riforme politiche ci vuole tempo” e che queste ”non possono esser realizzate dalla sera alla mattina”.

”I giovani chiedono lo scioglimento del parlamento e del senato. Ma come facciamo a scioglierle se gli stessi manifestanti chiedono emendamenti costituzionali che solo le camere possono compiere?”, si è chiesto il vicecapo di Stato. ”Quel che invece propongo – ha detto Suleiman – è che si avvii subito un tavolo di dialogo nazionale con tutte le forze politiche fino a giugno prossimo, mentre intanto il parlamento e il senato compiono, in circa 70 giorni, le riforme degli articoli della costituzione che riguardano le elezioni presidenziali”. ”A partire da luglio prossimo potrà iniziare la campagna elettorale per le elezioni presidenziali entro agosto”, ha aggiunto Suleiman, affermando che ”per la revisione completa della costituzione ci vorranno circa due anni e che questa potrà essere avviata dopo l’elezione del nuovo capo dello Stato”.

I disordini egiziani, secondo quanto ha dichiarato Suleiman, sono frutto di un ”complotto” ordito da ”Paesi stranieri, dai Fratelli Musulmani e da alcuni partiti”: Suleiman ha precisato che ”i Paesi stranieri, il movimento dei Fratelli musulmani e altri partiti egiziani hanno delle proprie agende particolari”, e che ”i giovani attualmente presenti a piazza Tahrir servono a soddisfare queste agende”, aggiungendo che tra i manifestanti pacifici di piazza Tahrir ci sono stati infiltrati.

Suleiman ha spiegato di avere contattato i Fratelli Musulmani ma che il movimento ”esita”. ”E’ nel loro interesse partecipare al dialogo” ha affermato, spiegando che conta di incontrare tra domani e sabato le forze di opposizione che oggi si sono rifiutate di incontrarlo.

Il vice presidente egiziano ha ringraziato i ”giovani manifestanti” di Piazza Tahrir, definendoli ”la fiaccola delle riforme”. ”Vi ringrazio per quel che avete fatto, ma vi chiedo di dare ora la possibilità allo Stato di rispondere alle vostre richieste. Non date credito a quanto raccontano le tv satellitari che offendono il nostro Paese”, ha detto il vice presidente, riferendosi in particolare ai canali panarabi al Jazira e al Arabiya. ”Sciogliete il sit-in (in piazza Tahrir), tornate a casa e abbiate fiducia nello Stato”, ha aggiunto Suleiman.

La risposta dei Fratelli Musulmani. Il movimento dei Fratelli musulmani ha respinto l’invito al dialogo avanzato dal vicepresidente egiziano Omar Suleiman. ”Escludiamo categoricamente qualsiasi dialogo con il regime”: lo ha detto un dirigente del movimento alla tv Al Arabiya dopo che il vicepresidente aveva sostenuto che è nell’ ”interesse” dei Fratelli musulmani ”partecipare al dialogo” sulla transizione in Egitto.

Il Fondo Monetario Internazionale. L’Fmi condanna le violenze in corso in Egitto e segue l’evolversi della situazione. Lo ha detto Caroline Atkinson, direttore delle pubbliche relazioni del Fondo osservando che ”l’andamento economico del paese dipenderà dagli sviluppi della situazione politica”. ”Stiamo monitorando molto attentamente il flusso degli eventi in Egitto e siamo profondamente turbati per la perdita di vite umane, deploriamo il proseguire delle violenze”, ha precisato.

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