Egitto, a Mubarak solidarietà dall’Arabia Saudita e dall’Anp

GEDDA – Il re Abdallah dell’Arabia Saudita, lo stesso che ha offerto ospitalità all’ex presidente tunisino Ben Ali, ha telefonato al presidente egiziano Hosni Mubarak per esprimergli la propria solidarietà e denunciare ”gli attacchi alla sicurezza e stabilità” dell’Egitto. Lo ha annunciato l’agenzia ufficiale saudita Spa.

L’Arabia saudita ha fatto sapere di ritenere le proteste in Egitto frutto di “infiltrati” che cercano di destabilizzare il paese. Il re saudita, durante la telefonata fatta a Mubarak, ha ricordato, secondo quanto riporta la Cnn, che l’Egitto “è un paese arabo e islamico. E nessun arabo musulmano può sopportare certe infiltrazioni nel nome della libertà di espressione. Infiltrazioni che si insinuano nella Fratellanza Musulmana dell’Egitto per destabilizzare la sua sicurezza e stabilità”.

“L’Arabia saudita, ha detto ancora re Abdallah, condanna fermamente le proteste”.

Mubarak, secondo quanto riporta l’emittente statunitense, avrebbe assicurato al sovrano saudita che “la situazione è stabile” e le proteste “sono compiute soltanto da gruppi che non vogliono la sicurezza e la stabilità per il popolo egiziano”.

Il presidente ha aggiunto che l’Egitto”fermerà chiunque tenterà di colpire la libertà del popolo egiziano e non permetterà a nessuno di servirsi di questi gruppi per raggiungere fini eversivi”.

L’Anp. Anche il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen (Mahmud Abbas), ha chiamato oggi il rais egiziano, Hosni Mubarak, per esprimere la propria ”solidarietà all’Egitto” e agli sforzi intrapresi per garantire ”la stabilità e la sicurezzza” del Paese. Lo ha riferito un portavoce da Ramallah.

Il presidente dell’Anp – ha sottolineato il portavoce – ha telefonato a Mubarak per ”manifestare solidarietà all’Egitto e al suo impegno per la stabilità e la sicurezza”. Abu Mazen ha poi auspicato che il Paese possa superare la crisi attuale e ha invocato ”la benedizione di Dio sull’Egitto e sul suo popolo, che sempre sono stati al fianco del popolo palestinese”.

Il governo del Cairo ha avuto un ruolo centrale negli ultimi mesi nei tentativi (finora falliti) di avviare un percorso di riconciliazione fra le maggiori fazioni rivali palestinesi: Fatah, il partito laico che fa capo allo stesso Abu Mazen e mantiene il potere in Cisgiordania, e Hamas, il movimento islamico radicale che dal 2007 si è impadronito del pieno controllo dell’enclave della Striscia di Gaza.

Nell’ambito di questa mediazione, il regime di Mubarak ha sempre avuto, tuttavia, un rapporto di maggiore sintonia con le posizioni moderate e filo-occidentali di Abu Mazen, rispetto a quello – non privo di asperità e recriminazioni reciproche – tenuto verso Hamas: la cui roccaforte resta d’altronde chiusa in una sorta di tenaglia di sicurezza parallela imposta da Israele ed Egitto.

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