IL CAIRO – Stretta sui media in Egitto: il presidente Abdel Fattah al Sisi ha promulgato una legge che prevede la creazione di un Consiglio con il compito di supervisionare gli organi di stampa.
La legge, che è stata adottata dal parlamento, autorizza il Consiglio ad indagare sul finanziamento di giornali ed emittenti radio e tv e a mettere a verbale o revocare il permesso di pubblicazione a coloro che contravvengono alle esigenze della “sicurezza nazionale” del Paese. Il Consiglio sarà composto da un capo nominato dal presidente egiziano e da dodici membri raccomandati dal parlamento e da altre istituzioni e approvati anch’essi da Sisi.
Il sindacato dei giornalisti egiziani denuncia che le nuove norme aumentano il controllo del governo sulla libertà di espressione: “La nuova legge rafforza lo status quo e il controllo dei media da parte di un comitato nominato dall’esecutivo”, ha sottolineato il portavoce del sindacato, Khaled Elbashy.
Il Comitato di protezione dei giornalisti, la cui sede è a New York, ha accusato l’Egitto di imporre restrizioni ai media e di essere “un imprigionatore di giornalisti”: solo nel 2016 sono 25 i giornalisti arrestati in Egitto. Ma la legge sostiene che il Consiglio garantisce “il diritto dei cittadini a godere di media liberi e onesti”.
La promulgazione del testo interviene alcuni giorni dopo l’arresto di un giornalista dell’emittente qatariota Al Jazeera sospettato di aver diffuso false informazioni. L’Egitto accusa l’emittente di sostenere i fratelli musulmani.