Egitto, Obama sceglie la linea dura: “Mubarak deve lasciare. Subito”

Pubblicato il 2 Febbraio 2011 - 21:28 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – Mubarak deve lasciare: di fronte ai disordini del Cairo, è questo il chiarissimo messaggio mandato dagli Stati Uniti al presidente egiziano Hosni Mubarak . Per come si sono messe le cose, è questa ormai l’unica via da seguire ormai per cercare di riportare la calma in quella polveriera che sono le strade d’Egitto. Una ”transizione immediata è imperativa”, e quello che il presidente Obama ha rivolto a Hosni Mubarak non è un invito, è un ordine.

Gli Stati Uniti hanno assistito con preoccupazione, sgomento e rabbia agli scontri di piazza del Cairo. Preoccupazione, perché sono stati attaccati e arrestati giornalisti; sgomento, perché gli scontri possono destabilizzare l’intero Medio Oriente; rabbia perché quegli scontri potevano essere evitati.

Il presidente Barack Obama nel suo messaggio al Cairo nella notte egiziana lo aveva detto in modo chiaro: in Egitto è necessaria una transizione ”pacifica e immediata”. ”Il presidente Mubarak – aveva affermato – ha riconosciuto che lo status quo non è sostenibile e che è necessario un cambiamento. Non spetta agli Usa indicare la leadership, spetta al popolo. Ma sia chiaro a tutti da che parte stiamo: noi siamo dalla parte dei diritti universali, della libertà, e contro ogni violenza”.

Un messaggio calibrato in ogni parola, rivolto tanto all’Egitto quanto all’intero Medio Oriente. Ma che Obama aveva voluto inviare esplicitamente ”ai giovani egiziani”. Prima di parlare pubblicamente, il presidente americano aveva avuto un colloquio di mezz’ora con Mubarak. La Casa Bianca non ha riferito cosa i due leader nel dettaglio si siano detti. Ma ha reso noto che Obama ha fatto presente a Mubarak di aver trovato il suo discorso ”importante ma non sufficiente” per placare gli animi. Per questo nella sua dichiarazione successiva Obama ha scandito: non serve solo una ”transizione immediata”, serve una ”transizione immediata subito”.

I fatti, la piazza, poche ore dopo gli hanno drammaticamente dato ragione. Il discorso pronunciato da Mubarak si è rivelato, appunto, ”non sufficiente” a placare gli animi. La Casa Bianca non ha nascosto la sua irritazione: ”Ogni violenza istigata dal governo deve cessare immediatamente” ha ribadito il portavoce, Robert Gibbs. Mentre Obama ha avuto un colloquio telefonico con il re di Giordania, Abdallah, senza più commentare.

Ma quella che parte da Washington non è una richiesta, è un ordine. Gli scontri che hanno portato il fuoco nelle strade del Cairo sono a un passo dall’incendiare l’intera regione. Mubarak deve spegnerli. Avvii ”subito” la transizione. Richiesta analoga arriva dall’Unione Europea. Il capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton, ha rivolto pubblico appello a Mubarak ”affinché il popolo egiziano abbia risposte”.

Secondo molti esperti americani, sono stati i manifestanti pro-Mubarak a innescare la violenza. Lo ha affermato, tra gli altri, l’ex vice segretario di Stato Jamie Rubin, secondo il quale quella in azione al Cairo ”era chiaramente una folla presa in affitto, per destabilizzare il Paese”. Anche per questo a suo avviso la Casa Bianca ”farebbe bene ora a fare un passo indietro”.