Elezioni in Turchia, l'Akp di Erdogan e i suoi avversari

ANKARA, 4 GIU – Anche se il partito islamico moderato del premier Recep Tayyip Erdogan – secondo tutti i sondaggi – ha gia' in tasca una terza vittoria consecutiva, l'esito complessivo delle elezioni parlamentari del 12 giugno in Turchia sara' determinato anche delle prestazioni degli unici due altri partiti che sperano di superare l'altissima soglia di sbarramento del 10%: i socialdemocratici del Chp e i nazionalisti dell' Mhp che, entrando in parlamento, toglierebbero al primo ministro i seggi necessari a varare l'annunciata riforma costituzionale senza compromessi con altre formazioni o il vaglio referendario. Erdogan e' il leader dell'Akp, il partito Conservatore ''Giustizia e sviluppo'' e' riuscito finora a conciliare ispirazione religiosa e laicita' dello Stato anche se gli oppositori sottolineano le due radici islamiche considerandole un pericolo. Liberista in economia, il governo monocolore dell'Akp puo' vantare di aver assicurato al paese tassi di crescita quasi cinesi (+8,9% il Pil 2010). Il suo simbolo e' una lampadina e punta a portare la Turchia nell'Ue attraverso un processo appoggiato dall'Italia ma bloccato da veti franco-ciprioti. I sondaggi lo danno vincitore con percentuali tra il 40 e il 50% a seconda delle rilevazioni, attorno quindi al risultato delle precedenti elezioni del 2007, quando ottenne il 46,6%. Il suo obiettivo post-elettorale e' quello di riformare dichiaratamente in senso democratico e liberale la Costituzione turca che, sebbe sia stata gia' emendata decine di volte da ultimo l'anno scorso, e' ancora formalmente figlia del colpo di Stato militare del 1980. In campagna elettorare Erdogan sta promettendo un colossale programma di investimenti che prevede fra l'altro per Istanbul la costruzione di un faraonico canale parallelo a quello naturale del Bosforo e due new town da in zone meno pericolose dal punto di vista sismico. La principale forza di opposizione e' il Partito Repubblicano del Popolo (Chp), socialdemocratico e ''ataturchista'' perche' ispirato dalla figura del padre della moderna Turchia laica, Kemal Ataturk. In parte omonimo e' il suo attuale leader, Kemal Kilicdaroglu, che ha preso le redini del partito solo un anno fa rimpiazzando Deniz Baykal, bruciato da uno scandalo sessuale. I sondaggi gli accreditano di un 25 ed il 30%, quindi con un successo sicuro rispetto al 20,8% di quattro anni fa anche se insufficente a vincere una campagna basata sulla promessa di piu' liberta' e democrazia contrapposte a presunti piani di accentramento del potere attribuiti da Kilicdaroglu all'Akp. Fra le sue promesse ci sono quelle di tenere sotto controllo i militari, ridurre la leva da 15 a sei mesi, dimezzare la soglia di sbarramento per l'accesso dei partiti al parlamento e cospicui assegni familiari per i nuclei piu' bisognosi. Terzo incomodo soprattutto per i seggi che potrebbe rubare a Erdogan e' Partito del Movimento Nazionalista (Mhp): concorrente minore dell'Akp cui contende elettori di centrodestra islamici moderati, e' custode dei valori di nazione e famiglia e rimprovera a Erdogan debolezza nei confronti del separatismo curdo. E' stato colpito dallo scandalo intercettazioni video illegali che ritraevano una decina di suoi esponenti di vertice in relazioni intime con prostitute e amanti o intenti a fare dichiarazioni politiche compromettenti. Gli elettori non si sono fatti turbare: secondo i sondaggi dovrebbe tornare in parlamento con un 10-13% dei voti. Il suo leader, Devlet Bahceli, e' considerato un freno alle pulsioni piu' violente del nazionalismo turco.

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