Elezioni in Turchia, successo del partito curdo

ANKARA – Il successo del partito indipendentista curdo, la prestazione forse insufficiente della principale forza di opposizione e il 'neottomanesimo' evocato dal premier, sono alcuni elementi di secondo piano messi in evidenza da accademici e analisti nei commenti a caldo sulle elezioni parlamentari vinte ieri in Turchia dal partito del primo ministro Recep Tayyip Erdogan.

''Il partito filo-curdo ha avuto un grande successo, perche' ha quasi raddoppiato'', ha sottolineato la professoressa universitaria Nur Vergin ricordando che i deputati del Bdp erano solo 20 e ora sono saliti a 36.

''Per risolvere la questione curda, il Bdp si e' rafforzato'', ha detto la docente, riferendosi alla questione dell'etnia divisa alla caduta dell'impero ottomano fra Turchia, Iraq, Iran e Siria: i 12-15 milioni di curdi reclamano una maggiore autonomia da Ankara con un'insurrezione che, condotta dalla loro formazione terroristica Pkk, dal 1984 ha causato piu' di 45 mila vittime.

Problemi interni al partito socialdemocratico vengono previsti da un altro noto politologo turco, Tarhan Erdem: ''I voti del partito d'opposizione Chp sono aumentati di cinque punti percentuali, ma non sono sufficienti. Secondo me, i dirigenti del Chp chiederanno un congresso gia' nei prossimi giorni'', ha detto l'accademico ricordando che ''l'ex-leader del partito, Deniz Baykal, e' abituato a combattere proprio in momenti difficili come questo e vorrà sicuramente a tornare ad essere il capo''. Baykal era stato costretto alle dimissioni l'anno scorso a causa di uno scandalo a sfondo sessuale e aveva lasciato la mano all'attuale leader, Kemal Kilicdaroglu. Dal canto suo un noto giornalista e commentatore politico, Hasan Cemal, ha sottolineato che ''durante tutta la campagna elettorale, i leader hanno usato un linguaggio molto duro e ora il clima e' denso di tensioni, in Turchia''.

Il paese comunque guarda anche all'esterno e la Ergin ha sottolineato il passaggio del discorso di Erdogan in cui il premier ha dichiarato che la sua vittoria e' anche dei paesi dei Balcani, del Medio Oriente e del Nordafrica. ''Secondo me, ha voluto intenzionalmente ricordare il tempo dell'impero ottomano'' citando ''paesi che facevano parte'' del suo dominio, ha sostenuto la politologa.

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