Elezioni di midterm negli Usa, critiche sui finanziamenti anonimi ai repubblicani

Pubblicato il 25 Ottobre 2010 - 17:00 OLTRE 6 MESI FA

Alle porte delle elezioni di midterm del 2 novembre prossimo, negli Stati Uniti va di moda comprare i voti. A dirlo è il New York Times, con un’inchiesta sulle lobby conservatrici, finanziate da anonimi, per far eleggere un’ottantina di candidati repubblicani.

In questo modo le lobby sperano di riottenere la maggioranza al Congresso. Per farlo, hanno speso fino ad oggi 45 milioni di dollari. A coordinare l’offensiva conservatrice sono American Action Network e altri due gruppi vicini all’ex guru di Bush Karl Rove.

La spina della questione sta nel fatto che dei 45 milioni non si conosce la provenienza. Legale, considerata la recente sentenza della Corte Suprema di Washington, a maggioranza conservatrice, che ha spianato la strada a sponsorizzazioni elettorali “illimitate e anonime” da parte di corporation e sindacati, autorizzati ad aprire il portafogli senza mai uscire allo scoperto.

Per difendersi dalla sentenza e da chi la mette in pratica, la Camera – oggi a maggioranza democratica – ha approvato una misura che obbliga gli “sponsor fantasma” ad identificarsi negli spot elettorali, e ha vietato i contributi delle corporation straniere. La norma però è stata bloccata al Senato, dove i repubblicano hanno la maggioranza.

Tra le corporation che hanno già garantito il loro appoggio ai candidati dell’elefantino c’è il colosso britannico BP: dopo aver causato il più grave disastro ecologico della storia degli Stati Uniti, ora la multinazionale petrolifera sosterrà i repubblicani che negano i cambiamenti climatici. Non solo: sono diversi i giganti di Wall Street salvati dall’amministrazione Obama hyanno voltato le spalle ai benefattori, e anche loro sono pronti a sostenere – e a finanziare – i repubblicani.