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Usa, elezioni. Primarie Illinois, Mitt Romney contro il ”Santo”

di lgermini |20 Marzo 2012 16:06

Rick Santorum, soprannominato ''Santo''

CHICAGO, STATI UNITI – Nelle primarie di martedi nell’Illinois – lo stato del presidente Barack Obama –  l’ex-governatore del Massachusetts Mitt Romney, frontrunner tra gli altri candidati repubblicani, e’ a un passo dalla vittoria.

Secondo gli ultimi sondaggi, nello Stato che ospita Chicago, dove il capo della Casa Bianca ha il suo quartier generale, Romney e’ in testa con il 45% dei consensi sull’ultra-conservatore ed ex-senatore della Pennsylvania Rick Santorum, qui fermo attorno al 30%.

Staccati nettamente anche gli altri due candidati alla nomination repubblicana, l’ex-speaker della Camera Newt Gingrich e Ron Paul, rispettivamente al 12 e al 10%. Sono numeri che confermano ancora una volta quello che e’ chiaro a tutti ormai da tempo: solo la convergenza dei voti dell’ex speaker su Santorum, soprannominato ”Santo”, potrebbe impensierire la leadership di Romney.

Ciò accadrebbe solo se Gingrich, ripetutamente sconfitto in precedenti primarie, decidesse di ritirarsi. Conservatore come Santorum, se l’ex-Speaker abbandonasse la corsa i consensi finora conquistati andrebbero quasi certamente a Santorum, una brutta notizia per Romney.

Ma fino a quando entrambi i leader ultra-conservatori si dividono lo stesso bacino elettorale, Romney avra’ strada libera verso la convention di Tampa. Ad aiutare la sua marcia verso la nomination, c’è anche la linea seguita sinora dal ”Santo”. Da giorni numerosi osservatori fanno notare come durante la sua campagna elettorale l’ex-senatore stia trattando molto poco temi cruciali legati all’economia e all’occupazione, questioni che invece interessano molto l’elettorato americano.

Ha invece focalizzato il suo messaggio sui temi dell’aborto, della famiglia, della contraccezione. E perfino dichiarando guerra all’industria del porno. Da mesi si insiste sul fatto che l’America, ancora afflitta da una grave crisi economica, scegliera’ il suo leader sulla base del famoso detto ”It’s the economy, stupid” (Concentrati sull’economia, stupido). Cioè la frase emblematica della campagna elettorale di Bill Clinton, che a sorpresa ha sconfitto nel 1992 il presidente uscente George Bush padre, considerato imbattibile in politica estera ma giudicato inadatto dagli elettori per arginare la recessione.

Santorum ha ribaltato questo schema ed ha di fatto cambiato le regole del gioco. Parlando a un comizio nell’ Illinois (che mette in palio 54 delegati), ha spiegato che non lo ha fatto per caso: ”Questa competizione elettorale si gioca sui valori, sulla liberta’, non sull’ economia”, ha temerariamente affermato. Insomma, senza battere ciglio il ”Santo” ha completamente messo da parte quello che secondo molti critici e’ il suo peggior difetto, cioe’ essere sorprendentementel vago sulle ricette per liberarare gli Stati Uniti dalle spire della crisi, preferendo lanciare nuove crociate che coinvolgono comportamenti individuali.

Una strategia che potra’ fare breccia sull’elettorato piu’ religioso ed estremista, ma che rischia di rendere ancora piu’ profondo il solco interno al partito repubblicano, che divide l’elettorato cittadino moderato da quello rurale e piu’ oscurantista.

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