Gotti Tedeschi, tempesta in Vaticano: allo Ior pesano i soldi “trasparenti”

Ettore Gotti Tedeschi (Foto LaPresse)

ROMA – Ettore Gotti Tedeschi ha lasciato la presidenza dello Ior, la Banca Vaticana. E le sue dimissioni sarebbero dovute al dissenso con gli altri organi del gruppo della finanza vaticana sull’applicazione della legge sulla trasparenza finanziaria che doveva portare la Santa Sede nella “white list” dei Paesi virtuosi in materia di antiriclaggio. Gotti Tedeschi, che tentava di rendere “trasparenti” i soldi del Vaticano è entrato in forte collissione con diversi organi dello Ior tanto che la Santa Sede in un comunicato ufficiale scrive che sia stato sfiduciato: “Un voto di sfiducia del Presidente, per non avere svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio”. A sostituirlo per il momento sarà Ronald Hermann Schmitz, vicepresidente dell’istituto bancario vaticano.

“Il 24 maggio 2012 – si legge nella nota della sala stampa del Vaticano – il Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto per le Opere di Religione si è riunito in sessione ordinaria. Fra i temi in agenda, c’era ancora una volta la governance dell’Istituto. Nel tempo, questa ha destato progressiva preoccupazione nel Consiglio e, nonostante ripetute comunicazioni in tal senso al Prof. Gotti Tedeschi, presidente dell’IOR, la situazione è ulteriormente deteriorata”.

“Dopo una delibera, il Board ha adottato all’unanimità un voto di sfiducia del Presidente, per non avere svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio”. Su tale base è stata rilasciata la seguente dichiarazione. “Nella sede di riunione ordinaria di questo Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto per le Opere di Religione, il 24 Maggio 2012, alle ore 14, questo Consiglio ha adottato una mozione di sfiducia del Presidente Gotti Tedeschi e ha raccomandato la cessazione del suo mandato quale Presidente e membro del Consiglio. I membri del Consiglio sono rattristati per gli avvenimenti che hanno condotto al voto di sfiducia, ma considerano che quest’azione sia importante per mantenere la vitalità dell’Istituto. Il Consiglio adesso guarda avanti, al processo di ricerca di un nuovo ed eccellente Presidente, che aiuterà l’Istituto a ripristinare efficaci ed ampie relazioni fra l’Istituto e la comunità finanziaria, basate sul mutuo rispetto di standards bancari internazionalmente accettati.” Domani si riunirà la Commissione Cardinalizia per trarre le conseguenze della delibera del Consiglio e decidere i passi più opportuni per il futuro.

Gotti Tedeschi era stato appunto chiamato alla presidenza della banca vaticana nel 2009, per portare avanti l’opera di trasparenza voluta da Benedetto XVI. Pochi mesi dopo il suo arrivo, lo Ior era stato coinvolto in un’inchiesta della magistratura romana per alcune movimentazioni di denaro che Gotti Tedeschi aveva definito non consone ai principi dell’Istituto. Aveva deciso di collaborare con i giudici, facendosi interrogare senza passare attraverso le rogatorie internazionali. Qualche tempo fa, inoltre, Jp Morgan aveva chiuso il conto dello Ior, considerandolo un “ente a rischio”.

Il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, non ha voluto rilasciare alcun commento. “Preferisco non dire nulla – ha detto raggiunto telefonicamente – altrimenti dovrei dire solo brutte parole. Abbiate pazienza”.

A fine 2010, Benedetto XVI aveva varato una vera e propria “riforma” dello Ior modificando le regole relative alle transazioni finanziarie. La riforma voluta da Benedetto XVI aveva istituito l’Autorità di Informazione Finanziaria (Aif), guidata dal cardinale Attilio Nicora, il quale aveva ricevuto dal Papa ampi poteri di controllo. A gennaio di quest’anno, però, una legge interna fortemente voluta dal cardinale Tarcisio Bertone, aveva ridotto questi poteri.

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