Facebook: “Donald Trump istiga all’odio ma…non censureremo candidato alla Casa Bianca”

Facebook: "Donald Trump istiga all'odio ma...non censureremo candidato alla Casa Bianca"
Facebook: “Donald Trump istiga all’odio ma…non censureremo candidato alla Casa Bianca”

NEW YORK – I dipendenti di Facebook sarebbero pronti a censurare Donald Trump, il candidato repubblicano alla Casa Bianca. Le sue frasi sul social network istigano all’odio e i dipendenti erano pronti ad applicare le rigide regole morali di Facebook anche a Trump, ma a fermarli è stato l’intervento di Mark Zuckerberg. Il papà di Facebook ha risolto spiegando che è inappropriato censurare un candidato in corsa per la presidenza degli Stati Uniti, scrive il Wall Street Journal, una decisione che non è piaciuta ad alcuni dipendenti.

Insomma nonostante i post di Trump e le sue continue gaffe possano “istigare all’odio”, Facebook non seguirà il rigore del suo algoritmo imposto ad altri utenti. Il candidato alla Casa Bianca, spiega Zuckerberg, gode di una “immunità” legata proprio alla sua corsa alla presidenza tra le schiere repubblicane. Censurare Trump ora significherebbe ledere il suo diritto al confronto con la candidata democratica Hillary Clinton, che durante l’ultimo duello lo ha letteralmente fatto a pezzi, soprattutto alla luce delle dichiarazioni imbarazzanti e sessiste del repubblicano.

L’intervento di Trump, in un contesto come quello della cena di gala che avrebbe dovuto essere spensierato, è stato durissimo. Accolto anche dai fischi e dai ‘buu..’ di molti ospiti quando serissimo, nel gelo generale, è tornato ad accusare Clinton di corruzione. Il Washington Post definisce il discorso l’elogio funebre della sua campagna elettorale. Campagna che a 19 giorni dal voto continua a perdere pezzi, con l’addio del direttore politico Jim Murphy, che parla di una scelta dettata da ‘motivi personali’. Ma che la struttura elettorale dietro al tycoon si stia sgretolando è un dato di fatto, segno che anche molti dei fedelissimi cominciano a dubitare sulla possibilità di una chance di vittoria.

Mentre il partito repubblicano è sempre più nel caos. Non solo rassegnato a perdere la Casa Bianca, ma anche terrorizzato da una vittoria a valanga di Hillary Clinton e dei democratici che significherebbe perdere la maggioranza in Congresso, sia alla Camera che al Senato. Una batosta elettorale, insomma, come poche volte nella storia americana.

Intanto Barack Obama, da Miami, accusa Trump di trattare gli americani da ‘idioti’, mettendo ancora una volta in guardia sull’inaffidabilità del candidato della destra: “Donald Trump non può avere in mano i codici nucleari”. E a migliaia di chilometri di distanza, a Phoenix, anche la first lady Michelle torna a fustigare il tycoon che continua ad agitare lo spettro delle elezioni truccate: “Così insulta gli americani, è una minaccia all’idea dell’America stessa”.

Quanto a Clinton, anche il suo volto alla cena del Waldorf Astoria era tutt’altro che disteso e spensierato. La frecciata più velenosa al rivale – e non poteva essere diversamente – l’ha lanciata sulle donne: “La gente guarda la Statua della Libertà e pensa con orgoglio alla nostra nazione fondata sull’immigrazione. Trump la guarda e vede una donna da 4. Forse da 5 se le tolgono la torcia e le cambiano pettinatura…”.

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