ROMA – “Facendo seguito a un’informativa del Nucleo speciale polizia valutaria della Guardia di Finanza si ravvisa l’opportunità di una loro attivazione sul territorio adiacente i punti di entrata e di uscita dallo Stato Città del Vaticano, attesa l’assenza di barriere fisiche e di uffici di confine tra i due stati”. Lo ha detto in Aula alla Camera, rispondendo a un’interpellanza urgente del Movimento 5 stelle in tema di prevenzione del riciclaggio di capitali di provenienza illecita, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sesa Amici.
Nell’interpellanza di M5s la deputata Silvia Chimienti denuncia il disallineamento tra le denunce obbligatorie di movimentazione di valuta da e verso la Città del Vaticano che emergono dai dati forniti dalle autorità competenti dei due Stati. Infatti secondo l’Aif, autorità d’informazione finanziaria vaticana, risultano nel 2011 658 operazioni in entrata superiori ai diecimila euro e 1894 in uscita, l’agenzia delle Dogane ne ha rilevate 3 in ingresso e 21 in uscita.
Stesso disallineamento per il 2012: all’Aif sono state denunciate 598 operazioni in ingresso e 1782 in uscita, alle dogane italiane solo 4 in entrata e 13 in uscita. “In relazione a queste marcate differenze – ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio – si è richiesto un incontro con l’Aif che non ha avuto ancora riscontro” inoltre “è in via di sottoscrizione un protocollo d’intesa con l’unità d’informazione finanziaria che consentirà di avere anche uno strumento ulteriore per attivare opportune sinergie operative su tutte le movimentazioni di denaro”.