Francesco I, il Papa che ama il tango. “Avevo la fidanzata”

ROMA, – Ama il tango, ha avuto una fidanzata ma non sembra intenzionato a ripensare le norme sul celibato dei preti. Perché per Jorge Mario Bergoglio, eletto Papa col nome di Francesco I, la perversione della pedofilia non dipende dal celibato, viene prima. Allo stesso modo togliere il celibato non implicherà l’aumento delle vocazioni.

Sono alcune delle affermazioni del nuovo Papa in un libro intervista,  ‘Il gesuita’, scritto dai giornalisti Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin nel 2010. Libro il cui capitolo più “intimista” è quello dal titolo emblematico “mi piace il tango”.  Nel libro Bergoglio rivela di aver avuto una fidanzata (”era del gruppo di amici con i quali andavamo a ballare. Poi ho scoperto la vocazione religiosa”).

”Se c’è un prete pedofilo è perché porta in se’ la perversione prima di essere ordinato. E sopprimere il celibato non curerebbe tale perversione. O la si ha o non la si ha”: lo sottolinea il cardinale Jorge Bergoglio, in un libro-intervista (‘Il gesuita’), appena pubblicato a Buenos Aires. Proprio per tali ragioni ”bisogna stare molto attenti nella selezione dei candidati al sacerdozio.

Nel seminario di Buenos Aires ammettiamo circa il 40% dei candidati, e facciamo un attento monitoraggio sul processo di maturazione”, sottolinea il cardinale nel volume scritto dai giornalisti Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin. Nel precisare che la pedofilia rappresenta una ”perversione di tipo psicologico previa ad un’opzione di celibato”, Bergoglio si dice d’accordo con il Papa, convinto cioè ”del mantenimento del celibato”.

Il cardinale rileva inoltre di ”non essere sicuro” che un’eventuale soppressione del celibato ”possa portare ad un aumento delle vocazioni”. ”Se la Chiesa dovesse rivedere tale norma – sottolinea – affronterebbe comunque la questione come un problema culturale di un determinato luogo – per esempio nella Chiesa ortodossa, dove i sacerdoti possono essere sposati – non cioè in modo universale e come un’opzione individuale”. ”Il 70% dei casi di pedofilia – conclude il cardinale – avviene in un ambiente familiare o di quartiere”.

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