G8/ Prime parole d’ordine: “No al protezionismo, ai paradisi e all’evasione fiscale”.

Pubblicato il 8 Luglio 2009 - 14:32 OLTRE 6 MESI FA

Sulle parole, anche se grosse e impegnative, nessun problema: i grandi del G8 trovano facilmente l’intesa. La “persona”, cioè la concreta e individuale condizione dei loro governati come prima preoccupazione e valore. E poi il no al protezionismo che, se raccoglie consensi, soffoca l’economia. E la lotta ai paradisi fiscali che fanno da sponda alla speculazione finanziaria. Non sarà  la soluzione alla crisi economica, ma sono almeno tre parole d’ordine già sottoscritte, anzi scritte in documenti appena aperti i lavori a L’Aquila. Ne vien fuori una bozza di dichiarazione economica.

Nei testi in preparazione si lascia intendere che i primi segnali di uscita dalla crisi siano arrivati. «Notiamo alcuni segnali di stabilizzazione delle nostre economie – si legge – e pensiamo che l’inversione di rotta sarà rafforzata quando le nostre misure raggiungeranno il loro effetto completo sull’attività economica e contribuiranno a migliorare la fiducia e le aspettative».

«Abbiamo concordato sulla necessità di preparare strategie appropriate per ridurre le misure straordinarie prese per rispondere alla crisi, una volta che la ripresa sarà assicurata», si legge.

La lotta all’evasione fiscale è uno dei punti cardine della bozza.  Uno degli strumenti ipotizzati però è un po’ vecchio anche se può essere utile. Si tratta dello “scudo fiscale” per agevolare il rimpatrio dei capitali, nome elegante per dire condono. «Diversi Paesi stanno attuando strategie per favorire il rimpatrio volontario dei patrimoni detenuti in giurisdizioni non cooperative e si sente la necessità di definire un quadro di discussione per i Paesi interessati». Con scudi e condoni si sana non si combatte l’evasione fiscale, ma i paesi e i governi, anche quelli del G8 hanno bisogno di far cassa.