Gay negli Usa: da Obama sì alle unioni civili, ma non alle nozze

NEW YORK – Gli omosessuali d'America si aspettavano di più da Barack Obama. Il presidente degli Stati Uniti aveva promesso in campagna elettorale che si sarebbe adoperato in loro favore, ma al momento la comunità gay americana ritiene di aver avuto meno di quanto sperato: tanti riconoscimenti teorici, molte parole di circostanza molte, ma la vera eguaglianza sul piano dei diritti è ancora lontana.

Questo il giudizio di molti dei seicento partecipanti, per lo più uomini, al gala organizzato a New York dalla Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender Leadership (LGBT), uno dei gruppi gay più conosciuti degli Usa. Per la prima volta da quando è presidente, Obama ha partecipato al Gala, organizzato per raccogliere fondi per la sua campagna elettorale.

Il presidente è stato accolto con grande calore: standing ovation per lui quando, nel corso del suo intervento, ha affermato che ''le coppie gay meritano gli stessi diritti civili di tutte le altre coppie''. Ma quando dal pubblico si è levata – a più riprese – la richiesta di pronunciare la parola 'matrimonio', Obama ha fatto orecchio da mercante. Quella parola lui non la vuole o non la può pronunciare, e nel corso del suo discorso ha spiegato che la legislazione in materia ''spetta agli Stati''.

Come quello di New York, che proprio in queste ore è impegnato a valutare una proposta di legge appoggiata dallo stesso governatore, Andrew Cuomo. Il provvedimento prevede il riconoscimento dell'istituto del matrimonio anche tra le coppie omosessuali. Che le coppie gay possano sposarsi anche a New York, come già avviene in Massachusetts, Iowa, Connecticut, New Hampshire e Vermont, oltre al District of Columbia.

Già approvato dalla Camera statale, il provvedimento se venisse messo ai voti, potrebbe venire approvato anche dal Senato, dove può contare sui voti sufficienti. Ma proprio per questo i repubblicani, che in Senato hanno la maggioranza, hanno finora evitato di metterlo al voto.

Al termine di una lunga seduta terminata a notte fonda, i gruppi parlamentari si sono accordati per un aggiornamento della seduta, senza prendere una decisione finale che è stata rinviata alla tarda serata di oggi (quando in Italia sara' notte). Anche per questo Obama non vuole/non può pronunciare la parola 'matrimonio'.

Su questo tema così delicato l'America andrebbe contro l'opposizione frontale del Vaticano, oltre che dei gruppi conservatori. Meglio procedere per gradi. Riformando, per esempio, la 'don't ask don't tell' (non chiedere, non dire), la legge che vieta ad una persona dichiaratamente gay di arruolarsi nelle forze armate.

Per arrivare alle nozze gay c'è ancora tempo. Nel frattempo, il prossimo 29 giugno gli esponenti della LGBT sono stati invitati a un ricevimento alla Casa Bianca in occasione della celebrazione del 'Mese del Pride omosessuale'.

Gestione cookie