Gb. In pericolo le pensioni d’oro dei deputati britannici, costano troppo

Il parlamento britannico

LONDRA, GRAN BRETAGNA – Le pensioni d’oro dei deputati britannici potrebbero diventare solo un ricordo, perchè per loro potrebbe essere arrivata l’ora di fare una mano di conti.

L’Independent Parliamentary Standards Authority, l’ente istituito per ‘vigilare’ sui parlamentari dopo lo scandalo dei rimborsi gonfiati, ha infatti dato il via a una consultazione sulla loro remunerazione che potrebbe portare al taglio dei vitalizi (a favore pero’ di un aumento degli stipendi).

Il presidente dell’autorita’, Sir Ian Kennedy, ha detto che il regime costa troppo ai contribuenti – 13,6 milioni di sterline all’anno – e non e’ ”piu’ in linea con lo standard pensionistico del settore pubblico”. I deputati possono infatti ancora contare sul sistema retributivo, una vera e propria rarita’ in Gran Bretagna. L’accordo prevede che i deputati maturino una pensione di 30mila sterline l’anno dopo 20 anni di servizio. In futuro dovranno aspettare i 65 anni per avere la pensione come i loro colleghi del pubblico impiego.

La consultazione chiedera’ pero’ anche il via libera a un aumento dello stipendio base dei deputati (65.738 sterline all’anno lorde). Cifra che pone i deputati di sua maesta’ al di sotto della media di molti paesi. L’idea, ha concesso Kennedy, rischia di non raccogliere il favore del pubblico.

L’obiettivo e’ pero’ quello di una riforma di lungo termine. ”Non vogliamo che le persone puntino al Parlamento solo per gudagnare molto denaro”, ha detto Kennedy al Daily Telegraph. Allo stesso tempo, ha proseguito, non e’ nel ”pubblico interesse” che potenziali deputati rinuncino alla politica perche’ ”non si possono permettere” di andare a Westminster. Ogni cambiamento al regime attuale dovra’ essere votato dai Comuni.

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