I servizi segreti britannici torturavano i prigionieri per ottenere informazioni, rivela il Guardian

La residenza del primo ministro britannico

LONDRA, GRAN BRETAGNA – Gli agenti del MI5 e MI6, i servizi segreti britannici, per circa dieci anni furono autorizzati a torturare all’estero prigionieri, in particolare quelli slamici sospettati di terrorismo, per ottenere informazioni, a quanto rivela il quotidiano britannico The Guardian, che pubblica stralci di una documentazione segreta di cui ha avuto visione.

La prassi degli interrogatori, scrive il giornale, istruiva i funzionari dell’intelligence su come soppesare il valore delle informazioni con la quantita’ di dolore che avrebbero inflitto al prigioniero.

Questa politica, scrive ancora il Guardian, e’ andata avanti per oltre un decennio, con molti detenuti torturati in Pakistan, catturati e interrogati sulla base di informazioni fornite da Londra.

La documentazione segreta dimostra la grande preoccupazione dei funzionari dell’intelligence e del governo, determinati ad impedire che la vicenda venisse alla luce nel timore di incrementare le possibilita’ di attacchi di estremisti islamici contro la Gran Bretagna.

Nuove istruzioni ai servizi sono state fornite, dopo le elezioni dell’anno scorso, per ordine del primo ministro David Cameron, secondo il quale l’attuale coalizione di governo ”è fermamente intenzionata a risolvere i problemi del passato” e ”desidera fare chiarezza circa quello che è o non è accettabile in futuro”.

Ma le organizzazioni per la difesa dei diritti umani hanno accusato il governo di aver creato, nelle nuove istruzioni, gravi scappatoie che potrebbero permettere all’ MI5 e all’MI6 di continuare a torturare prigionieri all’estero per ottenere informazioni.

 

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