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Ripartono le ruspe di Netanyahu a Gerusalemme est

di luiss_smorgana |15 Ottobre 2010 19:02

A Gerusalemme Est i cantieri ebraici riprendono a lavorare: il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha infatti autorizzato la costruzione di circa 240 nuovi alloggi nei rioni di Ramot e di Pisgat Zeev, oltre la linea di demarcazione in vigore fino al 1967, cioè fino alla guerra dei Sei Giorni. Ufficialmente in merito non era mai stata annunciata alcuna moratoria (a differenza da quanto è avvenuto fra il dicembre 2009 e il settembre 2010 nelle colonie in Cisgiordania).

Ma in pratica le polemiche di marzo, seguite alla visita del vicepresidente statunitense Joe Biden a Gerusalemme, avevano indotto il governo Netanyahu – per non suscitare vespai – a mettere la sordina ai progetti edili ebraici in citta.

Le forze nazionaliste dell’esecutivo avevano ingoiato l’amaro boccone senza fare troppe proteste. Mentre le trattative israelo-palestinesi restano dunque bloccate gia’ in seguito alla fine della moratoria edile nelle colonie cisgiordane, la stampa locale scrive che a Gerusalemme Est (la cui annessione da parte di Israele non è mai stata riconosciuta da parte della comunità internazionale) il ministro dell’edilizia Ariel Atias (Shas) ha autorizzato la costruzione di 158 alloggi nel rione ebraico di Ramot (che già oggi conta 47 mila abitanti) e di altri 80 a Pisgat Zeev (fra Gerusalemme e Ramallah) dove vivono già 45 mila israeliani.

Secondo il quotidiano Maariv, Netanyahu ha avuto cura di dissimulare questa iniziativa in un progetto nazionale di costruzioni per complessivi 500 alloggi. Il giornale aggiunge che il premier ha avvertito Washington della novita’ lasciando intendere di essere stato obbligato, dopo mesi di inattivita’, ad autorizzare una iniziativa circoscritta. La dura reazione palestinese non si e’ fatta comunque attendere. ”Si tratta di un chiodo ulteriore sulla bara dei negoziati” ha dichiarato a caldo una fonte dell’Anp (Autorita’ nazionale palestinese) in una reazione a caldo. Poi anche il capo negoziatore Saeb Erekat e’ tornato sull’argomento. ”Sembra che Netanyahu abbia fatto la propria scelta: meglio gli insediamenti della pace”. ”Israele – ha proseguito – continua ad adottare ogni possibile provvedimento pur di impedire la costituzione di uno Stato palestinese indipendente”. Le prospettive di una ripresa delle trattative fra Anp ed Israele restano quindi remote. Il prossimo tentativo diplomatico sara’ intrapreso fra una settimana dal capo dello stato Shimon Peres che è stato invitato in Marocco da re Mohammed VI.

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