Gheddafi: "Non sono in fuga, batteremo i ratti"

ROMA, 8 SET – ''Menzogne'': ogni volta che si diffondono notizie su una possibile fuga all'estero di Gheddafi, il colonnello torna a far sentire la propria voce per rassicurare le forze che ancora gli sono fedeli, strette dall'assedio dei ribelli.

Il copione si e' ripetuto anche la notte scorsa: ''Hanno detto di avermi visto in un convoglio verso il Niger, gli restano solo la guerra psicologica e le menzogne'', ha detto il rais in un messaggio audio diffuso da Al Rai, la tv utilizzata piu' volte dal leader deposto per veicolare i suoi proclami.

''La Nato sara' sconfitta – ha detto Gheddafi lanciando i suoi strali contro ''ratti e i mercenari'' -, noi siamo pronti a Tripoli e dovunque a intensificare gli attacchi contro i ratti e i mercenari''. Oggi, tuttavia, gli insorti hanno continuato ad avanzare verso Sirte, sulla costa, prendendo il controllo della Valle Rossa, una delle vie d'accesso alla citta' natale di Gheddafi, mentre a Bani Walid i lealisti asserragliati in citta' hanno lanciato razzi sulle postazioni dei ribelli che da giorni assediano la roccaforte tribale del deserto.

Ormai mancano meno di 48 ore allo scadere dell'ultimatum perche' le citta' ancora in mano ai pro-Gheddafi depongano le armi. A Sirte, ha spiegato all'ANSA Omar Qayed, uno dei capi militari, ''le cose vanno molto bene, siamo anche riusciti a far arrivare acqua e viveri, pensiamo soprattutto ai bambini. Credo che sabato accetteranno di farci entrare, i civili hanno gia' consegnato le armi''.

A Bani Walid, invece, al centro di intensi negoziati nei giorni scorsi per evitare l'attacco militare, la situazione sembrerebbe piu' incerta. Tutto ''puo' cambiare in ogni momento – ha detto Qayed -. I negoziati sono ancora in corso e se Allah vuole, non ci sara' spargimento di sangue. Restano altre ore per arrivare a una soluzione pacifica, poi tocchera' al Cnt decidere cosa fare''. A sentire i ribelli sembra dunque questione di giorni prima che cadano gli ultimi bastioni di Gheddafi, anche se oggi la Nato ha annunciato di essere pronta a prolungare la missione oltre il termine del 26 settembre.

''Continueremo le operazioni militari finche' necessario – ha detto una fonte molto qualificata dell'Alleanza -. Ci sono aree in cui le forze del regime continuano ad attaccare''. La Nato e i suoi partner, ha confermato il segretario generale dell'Alleanza, Anders Fogh Rasmussen, ''continueranno la missione fino a quando restera' la minaccia, ma non un minuto di piu'''.

Per gli insorti, l'obiettivo principale rimane trovare Gheddafi e i suoi figli. Il suo arresto e' solo ''una questione di tempo'', secondo il procuratore della Corte penale internazionale dell'Aja, Moreno Ocampo, che ha chiesto all'Interpol di emettere un avviso di ricerca internazionale contro di lui, suo figlio Saif al Islam e suo cognato Abdallah Al-Senoussi, l'ex capo dei servizi segreti. ''Gheddafi – ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini – non ha piu' nessuna possibilita' ne' di chiedere ne' di negoziare. Deve soltanto consegnarsi pacificamente''.

Intanto il premier del Cnt, Mahmoud Jibril e' arrivato oggi a Tripoli per la sua prima visita nella capitale da quando Gheddafi e' stato deposto, un modo di dare un segnale che la situazione nella capitale e' sempre piu' normalizzata. ''La battaglia non e' ancora finita'', ha ammonito tuttavia il numero due del Cnt, invitando le forze anti-Gheddafi a ''stare unite'' evitando di dividersi in ''giochi politici''.

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