Gli Stati Uniti si preparano alla guerra cibernetica

WASHINGTON – Ogni volta che un’arma è stata inventata, immancabilmente è stata adoperata in guerra. Così succederà anche per le armi cibernetiche, che già esistono, ma che non sono state ancora utilizzate in un conflitto bellico. Non sfugge a nessuno l’incredibile potenzialità insite nel controllo di questi mezzi. Al giorno d’oggi, un attacco di hacker può paralizzare un intero Paese, colpendo l’approvvigionamento energetico, il sistema bancario, le comunicazioni. Consapevoli di questo, molte nazioni si stanno attrezzando per farsi trovare preparate in caso di conflitto.

Come sempre, gli Stati Uniti vogliono essere alla punta della ricerca bellica. E’ di giugno 2011 la notizia che il presidente Barack Obama ha promulgato la prima legge che disciplina il comportamento militare americano nel campo cibernetico. Con questa legge Obama autorizza le azioni di spionaggio informatico, e altre operazioni condotte con i computer, nei Paesi considerati non alleati. Allo stesso modo dei droni – sempre più adoperati dagli americani – gli attacchi cibernetici permettono di colpire bersagli nemici, senza mettere a repentaglio le proprie truppe.

Il documento firmato da Obama non è stato pubblicato ma se ne conoscono, grazie a indiscrezioni, diversi punti. I militari informatici dell’esercito americano adotteranno una precisa strategia. Per essere pronti ad un conflitto, invieranno un codice digitale nella rete considerata il bersaglio. Questo codice non conterrà un virus, ma permetterà di tracciare il percorso che conduce all’obiettivo. In caso di guerra informatica, gli hacker sapranno così come e dove attaccare.

Queste linea-guida sono il risultato di uno sforzo elaborativo che è in corso da due anni. La riflessione sul ruolo dell’informatica nella guerra moderna è al centro dell’agenda politica e militare. Anche perché in conflitti cibernetici sono già una realtà. Washington ha più volte accusato la Cina di svolgere attività di spionaggio informatico contro gli Stati Uniti. Nel 2007, nel pieno di una crisi diplomatica con Mosca, l’Estonia è stata massicciamente attaccata da hacker. Tallinn aveva subito accusato il Cremlino di aver orchestrato l’azione. La prossima guerra sarà senz’altro una guerra informatica. Come dice il nuovo capo del Pentagono, Leon Panetta: «c’è una grande probabilità che la prossima Pearl Harbor che vivremo sarà un attacco cibernetico».

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