Guerra di Putin in Ucraina “fallimento” come la Germania nazista: il rapporto dei servizi russi

La guerra di Vladimir Putin in Ucraina sarà un “totale fallimento” paragonabile al crollo della Germania nazista: è quanto ha affermato in un rapporto un whistleblower dell’FSB, i servizi segreti russi. Nel rapporto di oltre 2.000 parole, riporta il Daily Mail, si legge che le forze russe “non hanno possibilità di vittoria, c’è solo la sconfitta”. Mentre continuano a incontrare una forte resistenza ucraina, fatto che gli esperti ritengono abbia sorpreso molti a Mosca, incluso lo stesso presidente.

La guerra di Putin in Ucraina e il rapporto dei servizi russi

Nel rapporto si dice che il numero di russi uccisi in Ucraina potrebbe essere già superiore a 10.000 soldati, una cifra simile a quella riportata dai funzionari di Kiev. E molto più dunque dei 498 soldati deceduti secondo le stime diffuse dal Cremlino. L’informatore ha inoltre affermato che l’FSB – nato dalle ceneri del KGB dell’Unione Sovietica – nonostante non avesse ricevuto alcun preavviso dell’invasione è stato accusato del fallimento delle forze di Mosca nel compiere progressi significativi in Ucraina.

Il rapporto afferma che il governo russo ha perso i contatti con alcune delle sue divisioni inviate in Ucraina, il che significa che non dispongono di un bilancio accurato delle vittime. Il report è arrivato in un momento in cui l’ex ministro degli Esteri russo Andrei Kozyrev ha insistito sul fatto che Putin non è “pazzo” ma “immorale”. Putin, secondo l’ex ministro, ritiene che l’invasione sia sensata poiché ha iniziato a credere alla sua falsa propaganda secondo cui gli ucraini sono “neo-nazisti”.

Il mistero del rapporto finito sui social

Secondo il Times, l’attivista russo per i diritti umani e gestore del sito web anticorruzione Gulagu.net, Vladimir Osechkin, ha pubblicato il rapporto su Facebook. Christo Grozev, un esperto dei servizi di sicurezza russi che lavora per il gruppo di giornalismo investigativo Bellingcat, ha affermato di aver mostrato il rapporto a due attuali o precedenti contatti dell’FSB che gli hanno detto di “non avere dubbi che fosse stato scritto da un collega”. Su Twitter Grozev ha affermato che, sebbene i suoi contatti non fossero d’accordo con tutte le affermazioni del rapporto, erano certi della provenienza. 

Il rapporto sostiene che in Ucraina le possibilità di vittoria di Putin siano inesistenti e che, in generale, la Russia non ha via d’uscita. Paragona gli errori della Russia a quelli commessi dalla Germania nazista alla fine della seconda guerra mondiale e sostiene che la “posizione di partenza” di Mosca è simile alla “Germania nel 1943-44”, quando le possibilità di vittoria di Hitler stavano crollando su due fronti.

Il ruolo dell’informatore

L’informatore ha affermato che agli agenti dell’FSB è stato ordinato di valutare gli effetti che le sanzioni occidentali stanno avendo sulla Russia.  Il rublo è quasi crollato e la Russia è diventata un paria internazionale. Il rapporto rivela anche che l’Fsb avrebbe ricevuto l’ordine dal Cremlino di preparare un dossier sulle sanzioni occidentali emesse in risposta alla guerra in Ucraina che sminuisse la portata dell’impatto di tali misure sull’economia russa.

L’autore del report ha inoltre affrontato l’ipotesi che Putin lanci un attacco nucleare contro l’Occidente, scrivendo che è una possibilità. Sostiene che il servizio di intelligence estero russo, l’SVR, sta cercando di trovare prove che l’Ucraina abbia costruito armi nucleari così da giustificare un attacco preventivo.

Nonostante abbia affermato che c’è la possibilità di un evento così orribile, l’autore ha aggiunto: “Non credo che  Putin premerà il pulsante rosso per distruggere il mondo intero. In primo luogo, c’è più di una persona che prende la decisione e qualcuno non accetterà. E lì ci sono molte persone, non c’è un “bottone rosso che preme un solo uomo”. “In secondo luogo, ci sono alcuni dubbi che tutto funzioni nel deterrente nucleare russo. “Terzo, ed è questa la cosa più vile e triste, personalmente non credo nella disponibilità a sacrificarsi di una persona che non si fa avvicinare dai membri del Consiglio della Federazione, ma solo dai suoi più stretti rappresentanti e ministri”.

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