Guerra del Nilo tra Egitto ed Etiopia: acqua contesa

Pubblicato il 30 Maggio 2013 - 13:54 OLTRE 6 MESI FA
Guerra del Nilo tra Egitto ed Etiopia: acqua contesa

Guerra del Nilo tra Egitto ed Etiopia: acqua contesa (Foto AP/LaPresse)

IL CAIRO – Egitto ed Etiopia si contendono le acque del fiume Nilo. Una vera e propria guerra dopo l’annuncio della realizzazione di una diga da parte del governo di Addis Abeba. Diga che tratterrebbe in Etiopia la maggior parte dell’acqua del Nilo, fiume che sfocia nel Mediterraneo e attraversa l’Egitto fino al suo delta ad Il Cairo. Le conseguenze della riduzione della portata del fiume avrebbero però effetti molto seri sull’agricoltura egiziana e del Sudan.

Lo scorso sabato Egitto ed Etiopia si erano accordati sul “proseguire nelle attività di coordinamento per la questione del Nilo Azzurro, impegnando entrambe le parti a non danneggiare l’altra”, scrive Roberto Fabbri su Il Giornale. Secondo l’accordo Egitto, Etiopia e Sudan avrebbero dovuto istituire una commissione mista per discutere del progetto, lanciato dal governo di Addis Abeba nel 2011. Il Giornale spiega:

“Al Cairo e a Khartoum si teme che milioni di persone rischino la fame se il progetto etiopico andrà in porto. Questo perché non solo la portata d’acqua del fiume verrebbe ridotta drasticamente per anni, ma anche una gran parte del limo – il fango del Nilo che fertilizza le terre prossime al colosso dei fiumi africani – verrebbe trattenuta dalla diga in territorio etiopico”.

D’altronde i numeri del progetto della Grand Ethiopian Renassaince Dam (Diga del grande rinascimento etiopico), che sarà realizzato dalla ditta italiana Salini Costruttori, sono impressionanti:

“A un costo di 4,8 miliardi di dollari è prevista la costruzione di una diga colossale estesa 1780 metri e alta 145 sul Nilo Azzurro (il braccio del fiume che nasce dal lago Tana al centro dell’Etiopia e che quando sbocca nel Nilo Bianco a Khartoum rappresenta l’85% della portata dell’intero fiume): il bacino che ne deriverà potrà contenere 63 miliardi di metri cubi d’acqua. Per riempirlo, prevedono gli esperti, saranno necessari dai tre ai cinque anni, durante i quali la portata del Nilo si ridurrà in modo importante. Questo bacino dovrebbe alimentare una centrale idroelettrica con capacità produttiva a regime doppia rispetto a quella, già gigantesca, della grande diga egiziana di Assuan: seimila megawatt, sufficiente a coprire le necessità dell’Etiopia e a esportare energia nei Paesi vicini”.

Alle prevedibili tensioni si aggiungono le pressioni del movimento estremista musulmano Jamaa Islamiya, spiega Fabbri:

“Un comunicato paragona la decisione di Addis Abeba a «una dichiarazione di guerra» e invita tutti i partiti egiziani a far fronte comune contro il progetto. Toni che si spiegano anche con l’ostilità su base religiosa nei confronti dell’Etiopia cristiana”.

La “guerra dell’acqua” iniziò con la firma di due accordi nel 1929 e nel 1959, quando Londra firmò con Il Cairo il primo accordo sull’utilizzo dell’acqua del Nilo per garantire ad Egitto e Sudan condizioni vantaggiose, scrive Il giornale:

“L’utilizzo di oltre l’85% dell’acqua del Nilo e il diritto di realizzare qualsiasi progetto che favorisse il suo sfruttamento. A queste intese l’Etiopia non ha mai aderito, riservandosi evidentemente per il futuro il diritto di giocarsi le proprie carte in autonomia”.