Annan: “La Siria non è la Libia, rischio alto. Gruppo di contatto con l’Iran”

Pubblicato il 7 Giugno 2012 - 21:53| Aggiornato il 8 Giugno 2012 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – Gli Usa spingono, all’Onu la tensione sale e la speranza che la pace in Siria possa restare a lungo si allontana. Damasco è una bomba a orologeria che potrebbe fare saltare tutti gli equilibri della regione mediorientale.

”Il tiranno deve andare via”, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney che ha aggiunto che le stragi in Siria hanno messo ”in chiaro al mondo intero…che il regime di Assad e’ illegittimo” e deve andarsene.

”Ed e’ per questo – ha aggiunto – che e’ così importante che tutte le nazioni del mondo siano unite per agire, per realizzare la transizione democratica in Siria che il popolo siriano chiede…e che non può avvenire quando al potere c’e’ un tiranno come Assad che sta spietatamente uccidendo il suo popolo al fine di rimanere al potere”.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ritiene che le speranze per il consolidamento del piano di pace di Kofi Annan si stiano spegnendo.

IL PIANO DI KOFI ANNAN E IL GRUPPO DI CONTATTO L’inviato speciale Kofi Annan ha spiegato ai membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che se la comunita’ internazionale non sara’ unita nell’esercitare pressioni su Damasco, ”presto la situazione in Siria sara’ fuori controllo”.

Annan – hanno riferito le fonti – ha spiegato ai membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che ci saranno conseguenze chiare se l’attuazione del piano di pace non sara’ rapida. Per l’ex segretario generale per avere successo in Siria occorre essere uniti nell’esercitare pressione sul regime di Damasco, in quanto le iniziative individuali non fanno altro che aumentare le divisioni. E ”piu’ a lungo si aspetta, piu’ il futuro diventa scuro”, ha sottolineato allarmato Annan, precisando che i suoi sforzi non sono a tempo indeterminato.

Annan ha detto ai Quindici che il suo piano e’ stato progettato per consentire un cambiamento strategico del governo. Ma cio’ purtroppo non e’ avvenuto. Annan ritiene che gli osservatori stiano facendo un ottimo lavoro, ma sono in molti a chiedersi perche’ non sono in grado di fermare i combattimenti. Le risoluzioni 2042 e 2043 dell’Onu hanno avuto un impatto, ma non abbastanza.

A fine riunione Annan ha detto che il suo piano ”non e’ morto” e che si sta lavorando alla costituzione di un ”gruppo di contatto” composto ”sia da Paesi con un’influenza sulla regione e che guardino al problema siriano in maniera distaccata, sia da altri Paesi favorevoli e contrari al governo di Damasco, oltre alle organizzazioni internazionali”.

”La Siria non e’ la Libia: non crollera’ su se’ stessa, ma esplodera’ con conseguenze in tutta la regione. La domanda e’ cosa fare per evitare tutto cio”.

Annan, ha proposto che tra i Paesi del nuovo ‘gruppo di contatto’ ci sia anche l’Iran, definita ”una nazione ”importante nell’area”. ”Spero ne possa far parte”, ha detto l’ex segretario generale dell’Onu in conferenza stampa. Ma secondo fonti diplomatiche interne al Palazzo di Vetro, proprio la possibile presenza di Teheran all’interno del gruppo di contatto ha creato attriti. E soprattutto gli Stati Uniti si sarebbero mostrati asolutamente contrari.

Ad esplicitare il ‘no’ degli Stati Uniti ad un ruolo dell’Iran nella soluzione della crisi siriana è stata l’ambasciatrice Usa all’Onu, Susan Rice. ”L’Iran e’ uno dei problemi in questo momento”, ha detto la Rice riferendosi alla proposta di Annan. ”Non c’e’ dubbio – ha aggiunto – che finora Teheran non ha dimostrato di agire per una soluzione politica e pacifica della crisi siriana”.