Il Papa ai rom: "Mai più discriminati, ma cercate l'integrazione"

CITTA' DEL VATICANO – Il Papa tedesco che
stringe fra le mani il volto di Ceija Stojka, una donna
proveniente da una famiglia di zingari austriaci sopravissuta ad
Auschwitz e Bergen-Belsen. E' l'immagine che riassume il senso
profondo dell'udienza che si e' svolta oggi in aula Paolo VI,
dove per ascoltare Benedetto XVI si sono riuniti 2.000 zingari
giunti da 20 stati europei, 10 regioni italiane e almeno 50
citta'. Altri papi, da Paolo VI a Giovanni Paolo II, avevano
fatto visita a campi rom. Ma i rom non erano mai venuti in
Vaticano: questa e' stata la prima volta. E dietro il gesto del
pontefice c'e' la condanna di tutte le persecuzioni che i rom
hanno subito nella loro storia, fino a quelle opera dei nazisti.
''La coscienza europea non puo' dimenticare tanto dolore'',
ha detto il Papa, che ha poi rivolto un appello fermo: ''Mai
piu' il vostro popolo sia oggetto di vessazioni, di rifiuto e di
disprezzo!''. Benedetto XVI ha ricordato le ferite del passato
per poi esaminare il presente, in cui ''persistono problemi
gravi e preoccupanti, come i rapporti spesso difficili con la
societa' ''. Il Papa non ha bisogno di dirlo, ma vengono subito
alla mente le polemiche sui Rom, le accuse spesso strumentali o
il neologismo 'zingaropoli'. Ma il Pontefice ha un invito da
rivolgere anche a Rom, Sinti, Manuches, Kale, Yenish, insomma
alle varie etnie del popolo zigano: intraprendere la strada
della ''integrazione, da cui trarrete beneficio voi e l'intera
societa', mentre ''le istituzioni si adoperino per accompagnare
adeguatamente questo cammino''. ''La ricerca di alloggi e lavoro
dignitosi e di istruzione per i figli sono le basi'': sono
''convinto che i vostri figli hanno diritto a una vita
migliore''. Non solo: ''Ricercate sempre la giustizia, la
legalita', la riconciliazione e sforzatevi di non essere mai
causa della sofferenza altrui''.
Benedetto XVI, quindi, ha detto parole di grande apertura ed
equilibro. Parole che ''hanno richiamato a tutte le nostre
comunita' come i rom sono una porzione privilegiata del popolo
di Dio'' e ai rom ''il dovere di crescere nella legalita' e
nella giustizia '', sintetizza di mons. Perego, direttore
generale della Fondazione Migrantes dei Cei. Anche perche' gli
zingari ''in Europa stanno vivendo una stagione nuova che offre
loro opportunita' per costruire una vita piu' degna'', ha
sottolineato mons. Antonio Maria Veglio', presidente del
Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti, che ha
organizzato l'iniziativa insieme a Migrantes e alla comunita' di
Sant'Egidio. L'incontro si e' svolto in un clima di commozione,
con le testimonianze pronunciate da quattro rom, tra cui Ceija
Stojka; ma anche di grande allegria, con le danze zigane
eseguite da un gruppo di ragazze in colorati costumi tipici. Per
gli zingari, del resto, questi sono giorni di festa. A portarli
in pellegrinaggio a Roma e' il 75/mo anniversario del martirio
di beato Zeffirino Gimenez, beato gitano di origine spagnola e
domani andranno al Divino Amore.
Il presidente di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, ha parlato
di quest'udienza come di ''un evento storico''. Ma non tutti la
pensano cosi'. Marco Forconi, segretario regionale di Forza
Nuova in Abruzzo e tra i massimi esponenti nazionali del
movimento dell'ultra' destra in Italia la vede diversamente. E
al Papa manda a dire: ''Se ha tanto a cuore le sorti dei rom, se
li prenda tutti, attivandosi con una maxi-tendopoli in piazza
San Pietro''.

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