Inchiesta G8, Cardinale Sepe davanti ai magistrati? Il secondo il 10 anni
Se, come appare ormai probabile, il cardinale Crescenzio Sepe sarà ascoltato dai pm di Perugia che indagano sugli appalti per i Grandi Eventi, sarà il secondo, consecutivo arcivescovo di Napoli a dover dar conto del suo operato davanti a magistrati italiani. Il suo predecessore, il cardinale Michele Giordano, infatti, finì tra il 1998 ed il 2000 al centro di una bufera giudiziaria: la Procura della Repubblica di Lagonegro (Potenza) lo indagò per usura, perquisì la Curia di Napoli, chiese ed ottenne intercettazioni telefoniche sull’utenza del presule.
Giudicato con rito abbreviato a Lagonegro, il cardinale fu assolto nel dicembre 2000 con soddisfazione del Vaticano, che non mancò di denunciare la mancata comunicazione, a suo tempo, alla competente autorità ecclesiastica dell’emissione di un avviso di garanzia nei confronti del cardinale, secondo le previsioni dell’art.2B del protocollo addizionale dell’accordo tra la Santa Sede e la Repubblica italiana del 18 febbraio 1984.
Uno dei pubblici ministeri titolari dell’inchiesta a carico del cardinale Giordano era Manuela Comodi, che ora presta servizio alla Procura di Perugia, l’ufficio giudiziario che ora sembra intenzionato a convocare il cardinale Sepe.