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L’Iran mette le manette a Mussavi e Karrubi: “La loro sorte è un affare interno”

di luiss_smorgana |1 Marzo 2011 8:13

Mehdi Karrubi e Hossein Mussavi

TEHERAN – La sorte dei leader dell’opposizione iraniana Mir Hossein Mussavi e Mehdi Karrubi, che secondo i loro siti sarebbero stati arrestati, per il governo di Teheran ”è un affare interno” e ”nessun Paese ha il diritto di interferire”. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Ramin Mehman-Parast.

Secondo un sito vicino ai due leader sono stati arrestati e rinchiusi in un carcere di Teheran. Ma una fonte giudiziaria, citata dall’agenzia semi-ufficiale Fars, ha subito smentito. Il figlio di Karrubi ha confermato che il padre è stato portato via da casa da agenti delle forze di sicurezza e trasferito in una localita’ sconosciuta. Una misura di cui avevano già parlato i siti dell’opposizione, sottolineando che essa riguardava anche Mussavi. Oggi gli stessi siti hanno detto in un primo tempo che, dopo circa due settimane di arresti domiciliari, i due sarebbero stati rinchiusi in case sotto la sorveglianza dei Guardiani della rivoluzione (Pasdaran), nei pressi di Teheran.

Poi uno dei siti, Kaleme, ha riferito che sono stati arrestati e trasferiti nel carcere di Heshmatiyeh, nella capitale. ”I due si trovano attualmente nelle loro case e sono solo solo sottoposti a restrizioni nei loro contatti con elementi sospetti”, ha prontamente replicato una fonte anonima della magistratura, citata dalla Fars. ”Preoccupazione” per la sorte di Mussavi e Karrubi e’ stata espressa oggi dai governi di Francia e Germania. Il portavoce del ministero degli Esteri francese, Bernard Valero, ha espresso ”preoccupazione” per la sorte di Mussavi e Karrubi. Uguale inquietudine è stata manifestata dal portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, che ha chiesto alle autorita’ di Teheran di dire alle famiglie dove sono detenuti i due e di garantire loro l’accesso ad avvocati.

In un intervento al Consiglio Onu sui diritti umani Ginevra, il segretario di Stato americano Hillary Clinton, senza riferirsi esplicitamente ai due leader dell’opposizione, ha denunciato la ”tirannia” in Iran ed ha accusato Teheran di violenze contro manifestanti pacifici, dissidenti e militanti dei diritti umani. Karrubi e Mussavi erano stati posti agli arresti domiciliari dopo che i loro siti avevano diffuso appelli ai loro sostenitori perché tornassero in piazza per la prima volta dopo oltre un anno.

Il 14 febbraio migliaia di manifestanti sono tornati a manifestare ma sono stati fronteggiati da un ingente schieramento di forze anti-sommossa. Negli scontri due giovani hanno perso la vita. E per domani, 69/o compleanno di Mussavi, altri appelli a manifestare per chiedere la liberazione di Mussavi e Karrubi sono stati diffusi su Internet. Uno dei figli di Karrubi, citato dal suo sito Sahamnews, ha detto di avere appreso da vicini di casa che il padre e la madre sono stati portati via da agenti dei servizi di sicurezza nella notte tra giovedì e venerdì.

E giovedì nelle strade del centro di Teheran un ingente schieramento di polizia e miliziani islamici Basiji era tornato a farsi vedere, senza un apparente motivo. Oggi il procuratore generale, Gholamhossein Mohseni-Ejei, ha accusato l’opposizione di essersi trasformata in un movimento ”controrivoluzionario” e ha detto che i movimenti e i contatti di Mussavi e Karrubi sono ”attualmente ristretti”. L’alto magistrato ha anche messo in guardia gli oppositori dal tornare a manifestare domani, affermando che ”chiunque violerà la legge dovrà rispondere delle sue azioni”.

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