TEHERAN – L’appello alla calma lanciato dal presidente Hassan Rouhani non ha fermato le proteste in Iran: sono tredici le vittime (ultima in ordine di tempo, un poliziotto) della repressione delle manifestazioni contro il governo e il carovita, mentre tra le centinaia di arrestati c’è anche la giovane attivista che, sventolando il suo hijab bianco in strada, è diventata il simbolo delle proteste che da giovedì 28 dicembre stanno squarciando il Paese.
La donna, riporta la pagina Facebook My Stealthy Freedom di Masih Alinejad (attivista che si batte contro l’obbligo dell’hijab), partecipava alla campagna WhiteWednesdays ed è stata arrestata mercoledì scorso.
Ma la sua sfida a Teheran, ripresa in un video amatoriale che ha già fatto il giro del cyberspazio e dei media, non si è fermata all’incrocio tra via Enghelab e via Abureihan della capitale: sempre secondo My Stealthy Freedom dal 27 dicembre, giorno dell’arresto della giovane, è emerso almeno un altro video di un’altra donna scoperta che sventola il suo ‘hijab’ in strada.
Le proteste contro l’hijab coincidono con l’annuncio da parte delle autorità, la settimana scorsa, secondo cui le donne che non indossano il velo in pubblico non saranno più soggette all’arresto ma dovranno frequentare corsi sull’Islam.
L’APPELLO DI ROUHANI – A nulla è servito, quindi, l’appello all’unità tra “governo, parlamento, giustizia e esercito” per tutelare gli “interessi nazionali” contro un “piccolo gruppo che grida slogan illegali, insulta la religione e i valori della rivoluzione islamica”lanciato dal presidente iraniano Hassan Rohani, incontrando un gruppo di parlamentari. “Ora – ha detto – dobbiamo concentrarci sull’importanza del sistema, della rivoluzione, degli interessi nazionali, della sicurezza e della stabilità della regione. Non voglio parlare delle ragioni dei disordini – ha proseguito Rohani – ma qualunque protesta deve essere fatta nel rispetto della legge e senza provocare nessuno”. In ogni caso la nazione si deve unire contro questo “piccolo gruppo”.
La situazione dell’economia iraniana, ha proseguito il presidente, “è migliore rispetto al livello medio mondiale e la crescita economica del paese si è attestata al 6% nella prima metà dell’anno iraniano, ma ciò non significa che tutti i problemi siano stati risolti. Per far ciò ci vuole tempo”. Rohani ha poi ricordato che il governo ha creato 700.000 posti di lavoro, ma, ha aggiunto, “accettiamo le critiche contro l’attuale alto tasso di disoccupazione”.