WASHINGTON – L’alternativa all’accordo con l’Iran è la guerra. Così il presidente degli Stati Uniti Barack Obama difende in conferenza stampa l’intesa firmata ieri a Vienna tra i Paesi 5+1 e l’Iran sul nucleare. Un evento “storico” che impedisce alla Repubblica islamica di avere la bomba nucleare ed è anche “la prova della leadership Usa e della sua diplomazia”.
In un’intervista al New York Times Obama aveva inoltre riconosciuto il ruolo di facilitatore svolto da Mosca al tavolo dei negoziati: “La Russia è stata d’aiuto – ha spiegato – Devo essere onesto non ne ero sicuro considerate le differenze sull’Ucraina”. Aggiungendo di essere “rimasto sorpreso da Putin”.
In conferenza stampa a Washington Obama è poi tornato sui punti salienti dell’accordo di Vienna.
“Taglia all’Iran ogni singola via di accesso alla bomba nucleare” ha assicurato Obama, “senza l’accordo, quelle vie sarebbero rimaste aperte. Senza l’accordo – ha precisato – sarebbe ben più alto il rischio di conflitti in Medio Oriente, con il rischio di una corsa agli armamenti atomici nell’area”.
A puntare il dito contro l’intesa era stato il Washington Post che ha definito il piano elaborato al tavolo delle trattative “complesso e costoso“:
“Il suo effetto più immediato sarà quello di fornire a Teheran il prossimo anno 150 miliardi frutto della revoca delle sanzioni, fondi che i suoi leader useranno probabilmente per rivitalizzare l’economia interna ma anche per finanziare guerre e gruppi terroristici in Siria, la Striscia di Gaza, Yemen e altri”.
In proposito Obama ha riconosciuto come “legittime” le preoccupazioni di Israele riguardo alla propria sicurezza:
“L’Iran – ha precisato il presidente Usa – è un grande Paese con un esercito importante, ha affermato che Israele non dovrebbe esistere, ha negato l’olocausto, ci sono missili puntati contro Tel Aviv e Israele ha ottime ragioni per essere inquieto, capisco le affermazioni (del premier israeliano) Benjamin Netanyahu. Ma vorrei anche dire che tutte queste minacce potrebbero essere maggiori se l’Iran avesse un’arma nucleare”.
Quanto al fronte interno degli scettici, Obama si è rivolto direttamente al Congresso, ora a guida repubblicana:
“Credo che le critiche siano fuorvianti. La mia speranza è che il Congresso giudichi l’accordo con l’Iran sui fatti, e non sulle speculazioni, sulla disinformazione o sulla posizione delle lobby”.