Iran. I ribelli siriani hanno il gas sarin e gli Usa erano stati avvertiti

sarinIRANI, TEHERAN –  ribelli siriani hanno il gas letale Sarin e gli Stati Uniti erano stati avvertiti mesi fa. Nel chiaro tentativo di influenzare il Congresso americano e l’opinione pubblica mondiale, l’Iran ha squarciato il velo che spesso copre i contatti segreti con gli Usa e ha sostenuto di aver passato a Washington già otto mesi fa informazioni sull’introduzione in Siria di gas nervini: un non meglio precisato “traffico” che avrebbe preparato gli attacchi chimici di cui internazionalmente è accusato il regime di Damasco, attribuiti invece da Teheran ai ribelli siriani.

Rivelata qualche giorno fa senza eccessivi clamori dal ministero dell’Informazione, quello che controlla i servizi segreti, la notizia è stata rilanciata in persiano dall’agenzia Fars e nelle ultime ore anche dal megafono internazionale in lingua inglese di Teheran, Press Tv. L’emittente ha citato il ministro della Difesa, il generale di brigata Hossein Dehqan, per dire che ”la minaccia di un attacco militare col pretesto dell’uso di armi chimiche in Siria arriva dopo che gli Usa hanno ignorato gli avvertimenti dell’Iran sul gas Sarin che veniva portato in Siria otto mesi fa, praticamente spianando la strada per attacchi chimici in Siria”.

Il ministro, come anche la Fars, agenzia vicina ai Pasdaran, non ha fornito altri dettagli sostanziali, come la presunta provenienza del gas e il confine o la rotta che avrebbe passato o seguito. Anche se la posta in gioco per Teheran e’ elevata: si tratta di sventare un attacco alla Siria, il segmento centrale di quella ”mezzaluna” di influenza sciita-iraniana in Medio oriente che, passando per Baghdad, arriva a Beirut. E la presunta rivelazione serve chiaramente a insinuare il dubbio che stia per iniziare una guerra sulla base di informazioni false, come si rivelarono essere quelle all’origine dell’invasione a guida americana dell’Iraq nel 2003.

Un deputato iraniano di spicco, Alaeddin Boroujerdi, ha inoltre avvertito che il Sarin in possesso dei ribelli finirà per rappresentare una minaccia anche per i Paesi occidentali, dato che l’opposizione al governo di Damasco è infiltrata da terroristi. E mentre il presidente Barack Obama sottolinea che un’azione in Siria rappresenta anche un messaggio all’Iran per il suo controverso programma nucleare, sospettato di finalità militari, il New York Times ha avvertito che un’azione militare in Siria potrebbe minare il dialogo che l’amministrazione americana sta impostando – dietro le quinte – col nuovo presidente iraniano, Hassan Rohani.

Il quotidiano accredita indiscrezioni circolate anche in Iran, secondo cui le visite compiute la settimana scorsa a Teheran dal vice segretario generale dell’Onu (l’ex ambasciatore americano Jeffery Feltman) e dal sultano dell’Oman (Qabus bin Said al Said che spesso ha fatto da intermediario tra Usa e Iran), siano servite per sondare gli ayatollah sulle possibili ripercussioni di un lancio di missili statunitensi contro i siti chimici siriani. Del resto gli arcinemici Usa e Iran, ufficialmente senza rapporti diplomatici, notoriamente si sono più volte consultati su crisi di comune interesse, come l’Iraq e l’Afghanistan, e vi sono informazioni attendibili anche di bilaterali sul dossier nucleare.

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