Iraq. La mano di Al Qaeda nella campagna di violenza contro i cristiani

Pubblicato il 13 Dicembre 2010 - 11:24 OLTRE 6 MESI FA

Iracheni cristiani in chiesa

Una nuova ondata di iracheni di fede cristiana si sono rifugiati nell’Iraq settentrionale o all’estero a causa di una campagna di violenze contro di loro e per paura che le forze di sicurezza governative siano incapaci, o peggio ancora, riluttanti a proteggerli, a quanto riferisce il New York Times.

La fuga – che riguarda in particolare migliaia di residenti da Bagdad a Mosul – fa seguito all’assalto del 31 ottobre contro una chiesa a Bagdad un cui sono stati uccisi 51 fedeli e due preti, e ad una successiva serie di attacchi dinamitardi e assassinii che hanno preso di mira i cristiani.

Secondo il Nyt, questo nuovo esodo, che non è il primo, sottolinea le continue inimicizie nella popolazione irachena nonostante il miglioramento generale delle forze di sicurezza e l’avvicinarsi di una soluzione alla crisi politica che ha colpito il Paese dopo le elezioni dello scorso marzo.

La fuga dei cristiani, ha dichiarato l’Arcidiacono Emanuel Youkhana della Chiesa Assira Orientale, ”minaccia di ridurre ulteriormente una comunità le cui radici erano in Iraq ancor prima di Cristo”.

Coloro che sono fuggiti alle nuove violenze – molti in preda al terrore e in grado di portare con loro solo poche suppellettili stipate nelle automobili – preannunciano la morte della fede cristiana in Iraq, e tracciano un paragone con l’esodo degli ebrei dal Paese dopo la fondazione dello stato di israele nel 1948.

I leader iracheni, incluso il primo ministro Nuri Kamal al-Maliki, si sono impegnanti a rafforzare la sicurezza ed hanno fatto appello alla tolleranza per le fedi minoritarie in quello che è un Paese a stragrande maggioranza musulmana. Ma coloro che sono fuggiti non li hanno creduti, e non hanno creduto neanche alle invocazioni dei leader cristiani affichè non abbandonassero la loro terra.

Oltre la metà della comunità cristiana, stimata tra 800 mila e 1,4 milioni di persone prima dell’invasione americana del 2003, hanno già abbandonato il Paese.

Lo Stato Islamico dell’Iraq, un’oranizzazione in contatto con i ribelli di Al Qaeda in Mesopotamia, ha rivendicato le violenze ed ha fatto sapere che i suoi combattenti ”uccideranno i cristiani dovunque li troveranno”.