ROMA – L’Italia è pronta a fornire ai peshmerga curdi armi automatiche leggere con le relative munizioni: si tratta di circa 30mila kalashnikov di fabbricazione ex sovietica sequestrati 20 anni fa nel corso della guerra dei Balcani.
L’obiettivo, ha spiegato il ministro della Difesa Roberta Pinotti, è quello di fornire alle autorità regionali “altre forme di aiuto” oltre a quello umanitario, “per incrementare le limitate capacità di autodifesa e protezione locale delle popolazioni”. E’ in quest’ottica che la Difesa sta valutando, oltre all’invio di armi già in uso alle nostre forze armate, anche “materiale d’armamento, di non conveniente utilizzo, detenuto ad altro titolo dalle forze armate”.
Si tratta, ha detto Pinotti, “di armamenti più familiari e adatti alle esigenze dei curdi, costituiti da armi individuali, di squadra e contro-mezzi (con relativi munizionamenti), tutti di fabbricazione ex sovietica, confiscati dall’autorità giudiziaria” dopo un sequestro avvenuto 20 anni fa nel corso della guerra dei Balcani.