Iraq, il primo tweet di Trump: “Va tutto bene!”. Attesa per la reazione: sarà tregua o nuovo attacco?

Iraq, il primo tweet di Trump: "Va tutto bene!". Attesa per la reazione: sarà tregua o nuovo attacco?
Il presidente Usa Donald Trump (Foto Ansa)

WASHINGTON – “Va tutto bene!”. Sono state queste le prime parole di Donald Trump dopo l’attacco missilistico dell’Iran alle basi Usa in Iraq. Parole che il presidente americano affida, come spesso accade, ai social network. Non parla alla nazione, come di norma dovrebbe accadere, ma twitta che va tutto bene: “Stiamo facendo una ricognizione dei danni e delle vittime in queste ore – dice – Finora va bene! Abbiamo le truppe più forti e meglio equipaggiate al mondo! Rilascerò una dichiarazione in mattinata”. (Nel pomeriggio in Italia, ndr)

Quale sarà la reazione americana è ancora tutto da stabilire: tregua o un nuovo attacco? La vendetta di Teheran per l’uccisione ordinata da Trump del generale Qassem Soleimani, si è concretizzata nella notte, con una pioggia di cruise e di missili balistici a corto raggio. Nella notte americana i consiglieri del presidente e i generali hanno lavorato freneticamente per verificare i danni subiti dalle basi di Ain Al Asad e di Erbil. Non ci sarebbero vittime, ma il Pentagono fa sapere di non aver ancora completato gli accertamenti. Mentre i Pasdaran rivendicano un numero trionfalistico: 80 morti. Ma l’attendibilità della notizia è ancora tutta da confermare.

Insomma, nonostante l’innalzamento dei toni a livelli di guerra aperta, sembra che il duello più impegnativo al momento sia sul piano della propaganda. Anche sul numero di razzi i due avversari Usa e Iran divergono: secondo la Difesa americana i missili lanciati dagli iraniani sarebbero 15. Il sito Mashregh delle Guardie Rivoluzionarie, rivendica un bombardamento con più di 30 razzi.

Il quadro resta confuso: secondo i media americani Trump starebbe valutando una contromossa sul campo. Anche perché lo stesso Iran, dopo aver messo mano al proprio arsenale, fa sapere attraverso il suo ministro degli esteri, Javad Zarif, che “non sta cercando l’escalation e non stiamo cercando una guerra”. E parla una risposta “proporzionata” invocando il “diritto all’autodifesa” sancito dall’articolo 51 della Carta Onu.

Ma è sempre l’Iran a mettere in guardia Stati Uniti e Israele minacciando “azioni ancor più devastanti” se gli Usa dovessero decidere di rispondere. “Se l’Iran dovesse essere attaccato sul suo territorio – avvertono le Guardie Rivoluzionarie – Dubai, Haifa e Tel Aviv verranno colpite in un terzo round di attacchi da parte dell’Iran”. Intanto volano le quotazioni del petrolio, balzato del 3,4% a 65 dollari, e dell’oro, a quota 1.600 dollari l’oncia ai massimi dal 2013.

Fonti: Ansa, Agi, Corriere

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