Israele-Anp a colloquio. Netanyahu vuole “concessioni dolorose e reciproche”. Abu Mazen: “Sì, ma basta coi nuovi insediamenti e con l’embargo a Gaza”

Benjamin Netanyahu, Hillary Clinton e Abu Mazen

Israele e Anp sono al tavolo dei negoziati. Nessuno finora ha voluto cedere e come arbitro adesso ci sono gli Stati Uniti. All’apertura dei colloqui diretti il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha messo subito le mani avanti: ”Tenere conto delle genuine necessità di sicurezza di Israele”. Poi ha precisato meglio che la “pace vera e durevole può essere raggiunta solo con concessioni dolorose e reciproche” .

Il leader dell’Anp, Abu Mazen, però ha replicato che “se la sicurezza è vitale” per entrambi, bisogna capirsi bene sulle condizioni da rispettare. “Israele deve porre fine alla costruzione di nuovi insediamenti nei territori occupati e deve mettere fine all’embargo nella Striscia di Gaza”.

Gli Usa dal canto loro non possono e non vogliono imporre soluzioni, come aveva già detto il presidente Barack Obama. Lo ha ribadito anche il segretario di stato Hillary Clinton: “Washington darà un sostegno attivo e durevole” ai colloqui ”ma non possiamo imporre una soluzione”.

I colloqui si sono aperti con un incontro a tre tra Netanyahu, Abu Mazen e la Clinton, poi i due leader hanno avuto un faccia a faccia, da soli senza i consiglieri. Da questo momento in poi, hanno concordato, ci saranno incontri ogni due settimane per il processo di pace e il prossimo sarà tra il 14 e il 15 settembre in Medio Oriente e parteciperanno anche il segretario di stato Hillary Clinton e l’inviato speciale per il Medio Oriente George Mitchell.

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