GERUSALEMME – Il giorno dopo l’adesione della Palestina all’Unesco, Israele cerca di mettere a punto contromisure che esprimano la propria totale insoddisfazione per uno sviluppo che, secondo i dirigenti dello Stato ebraico, crea un ostacolo in più nel processo di pace e solleva interrogativi pesanti sulle intenzioni dell’Autorità nazionale palestinese. Per prima cosa Israele fermerà temporaneamente il trasferimento di fondi all’Autorità nazionale palestinese.
“Non resteremo con le braccia conserte”, ha detto ieri in parlamento il premier Benyamin Netanyahu, che ha convocato a Gerusalemme i sette ministri principali del governo per definire una linea di azione nei confronti sia dell’Unesco sia dell’Anp: tra le possibili contromisure si sarebbe parlato anche del rilancio di progetti edili ebraici a Gerusalemme est.
Da parte loro i mezzi stampa palestinesi accolgono con grande compiacimento la decisione dell’Unesco, che nei Territori viene vista come un ulteriore passo verso l’obiettivo di creare uno stato indipendente. Nel prossimo futuro il Consiglio di sicurezza dell’Onu dovrebbe pronunciarsi sulla richiesta di adesione della Palestina. Nel frattempo la leadership dell’Anp si accinge a chiedere l’adesione ad altre sedici agenzie internazionali.