Israele, nessun accordo sulla Finanziaria. Si va ad elezioni anticipate

 

Benjamin Netanyahu (Foto Lapresse)

TEL AVIV – Israele andrà a elezioni anticipate. Lo ha annunciato il premier Benjamin Netanyahu. Non ha indicato la data del voto, ma esponenti del suo partito, il Likud (centrodestra) parlano di fine gennaio o al massimo inizio febbraio 2013.

Finisce così in anticipo di molti mesi la diciottesima legislatura della Knesset. Il motivo, come ha detto lo stesso Netanyahu è l’impossibilità di mettere d’accordo i partiti sulla finanziaria 2013.

Un bilancio statale che dovrebbe essere ricco di tagli e pesanti interventi per fronteggiare la crisi che soffia anche in Israele.

Netanyahu ha rivendicato l’azione intrapresa dal suo esecutivo per fronteggiare le difficoltà economiche: ”Abbiamo evitato una disoccupazione di massa, creato posti di lavoro, investito in sanità, educazione e trasporti”.

Ma proprio per non disperdere l’efficacia di questi atti, ha aggiunto che ”tutto questo richiede un bilancio responsabile. Ho terminato le mie consultazioni e non pare possibile fare approvare dalla Knesset il bilancio. Questo non lo posso accettare. Di fronte a questi scossoni economici è mio dovere come primo ministro porre gli interessi nazionali davanti a tutto”.

Il premier ha anche citato i ”trambusti regionali” della zona, la minaccia iraniana e la necessità di garantire ”gli interessi nazionali in future trattative”. Ecco perché, ha sottolineato, si deve ”continuare a condurre una politica economica” che porti sicurezza e stabilità”. E si è proposto come candidato a gestire questo passaggio chiedendo ai cittadini ”un nuovo mandato”.

Nei primi commenti dopo la conferenza stampa, alcuni hanno offerto chiavi di lettura della vicenda ipotizzando che la scelta di andare al voto potesse essere già stata presa all’epoca dell’intervento all’Assemblea generale dell’Onu nello scorso settembre. In quell’occasione (il discorso sulla ‘linea rossa”), Netanyahu preconizzò che Teheran avrebbe potuto concretizzare i suoi progetti nucleari verso primavera-estate 2013.

Ora con le elezioni di gennaio/febbraio Netanyahu, che ha ammonito sul pericolo e ha condotto una ferma politica in questo senso, avrebbe diritto a presentarsi come l’unico in grado di gestire la situazione.

Allo stato attuale, del resto, le previsioni parlano di un possibile sicuro successo del suo Likud. A meno che non si presenti l’ex premier di Kadima, Ehud Olmert, uscito abbastanza indenne dai suoi guai giudiziari. E questo forse potrebbe movimentare la scena politica israeliana delle prossime elezioni.

Una certa preoccupazione è stata espressa dal negoziatore palestinese Saeb Erekat: ”Le elezioni anticipate sono una questione interna israeliana, m noi speriamo che la campagna elettorale non si trasformi in una corsa all’ampliamento delle colonie e dell’assedio israeliano contro il nostro popolo a Gaza.

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