Jacob Zuma, mozione di sfiducia dal Parlamento contro il presidente sudafricano Jacob Zuma, mozione di sfiducia dal Parlamento contro il presidente sudafricano

Jacob Zuma, mozione di sfiducia dal Parlamento contro il presidente sudafricano

Jacob Zuma, mozione di sfiducia dal Parlamento contro il presidente sudafricano
Il presidente sudafricano Jacob Zuma (Ansa)

IL CAIRO – L’ora della caduta di Jacob Zuma è arrivata: se il presidente del Sudafrica, travolto dagli scandali, non si dimetterà prima, per domani (giovedì 15 febbraio) alle 14 è previsto un voto di sfiducia in parlamento che sancirà la revoca del suo mandato.

Il piano del partito di governo Anc, che lo ha mollato, è quello di eleggere immediatamente il suo successore: l’attuale vicepresidente e nuovo leader dello stesso African National Congress, Cyril Ramaphosa. Questa almeno era la situazione a Johannesburg come è stata delineata da un alto dirigente dell’Anc, Paul Mashatile che ha sottolineato: “Non possiamo far aspettare più a lungo il Sudafrica”.

Zuma, che da settimane vacilla politicamente sotto la spinta della maggioranza del partito, che vuole presentarsi alle elezioni presidenziali del 2019 con la faccia pulita di Ramaphosa, ha replicato con un’intervista in tv in cui ha sfogato al propria amarezza. Zuma ha negato il peso di oltre 700 scandali grandi e piccoli, che vanno da un’inchiesta per illeciti in vendite di armi di vent’anni fa alla ristrutturazione dorata (con fondi pubblici) di una sua residenza. “Perché dovrei essere convinto a dimettermi? Ho fatto qualcosa di male?”, ha chiesto retoricamente il 75enne Zuma, al potere dal 2009 di una delle maggiori economie del continente africano.

“Non hanno potuto provare cosa io abbia fatto” di male, ha sostenuto. Il presidente, nel sottolineare di sentirsi una “vittima”, ha detto di considerare “molto, in un certo senso, ingiusto” il trattamento che gli viene riservato. Eppure proprio nelle ultime ore la polizia ha compiuto perquisizioni e arrestato almeno cinque persone in un’inchiesta proprio sull’impero economico dei fratelli Gupta, uomini d’affari al centro dell’intreccio di influenze politiche e appalti che ha contribuito alla caduta in disgrazia di Zuma.

Il presidente in passato ha già resistito a varie mozioni di sfiducia, ma stavolta l’Anc – il partito che fu di Nelson Mandela, al potere dal 1994 ed erede del movimento che ha liberato il Paese dall’oppressione razzista dei bianchi – ora è in maggioranza contro, e pronta a far giurare Ramaphosa da presidente già venerdì. Anche l’opposizione, che voleva votare la sfiducia il 22, è pronta a contribuire alla sua caduta di cui l’anziano leader è cosciente: con il parlamento contro, ha ammesso Zuma, “sono finito”.

Gestione cookie