CITTà DEL VATICANO – Il nuovo papa è cardinale argentino Jorge Bergoglio, 77 anni, arcivescovo di Buenos Aires, e per sé ha scelto il nome di Francesco I. Gesuita, argentino di origine piemontese, è il primo papa a scegliere il nome di Francesco. Attento al sociale, ha operato a lungo nelle realtà più disagiate di Buenos Aires e non a caso ha scelto per sé il nome del frate povero, Francesco. Nel 2005 venne battuto in conclave da Ratzinger.
In buon italiano, con lieve coloritura spagnola, Francesco I si affaccia dal balcone e prende la parola: “Fratelli e sorelle, buonasera. Voi sapete che il dovere del conclave era quello di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali lo siano andati a prendere quasi alla fine del mondo, ma siamo qui. Grazie per l’accoglienza. E prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto XVI: preghiamo tutti insieme per lui perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”. Poi il papa con tutta la piazza recita la preghiera per eccellenza, il Padre Nostro. “E adesso incominciamo questo cammino, vescovo e popolo, un cammino di fratellanza. Preghiamo per tutto il mondo perché ci sia una fratellanza. Mi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi iniziamo sia fruttuoso per la evangelizzazione di questa città. Vi chiedo una preghiera perché il Signore benedica il vostro vescovo”. Una preghiera silenziosa, e proprio in un silenzio surreale viste le migliaia di persona a San Pietro, i fedeli pregano con il papa. “Grazie per l’accoglienza, pregate per me. Domani andrò a pregare la Madonna. Buona notte e buon riposo”.
Come di tradizione il pontefice concede indulgenza plenaria.
Una fumata alle 19.06 del 13 marzo aveva annunciato alla folla in piazza San Pietro e al mondo intero che il nuovo Papa era stato scelto dal Conclave. Dalla fumata bianca all’affaccio dal balcone il nuovo pontefice ha vissuto il tradizionale rito della vestizione prima di affacciarsi dal balcone di San Pietro per il tradizionale “Habemus Papam“. Il rito prevede che il segretario del collegio cardinalizio vada da colui che ha ricevuto i due terzi dei voti e chieda: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?”. Se quello risponde di sì, il segretario prosegue: “Come vuoi essere chiamato?”. Il candidato risponderà con il nome pontificale, che di solito si esprime in latino. Dopo la vestizione, la prima delle obbedienze al nuovo Papa da parte dei cardinali. A quel punto il Pontefice può annunciare Urbi et Orbi dal balcone di San Pietro la propria avvenuta nomina.
Da due millenni la formula pronunciata dal protodiacono è sempre la stessa:
“Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum dominum, dominum (nome dell’eletto in accusativo latino), Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem (cognome dell’eletto non tradotto in latino), qui sibi nomen imposuit (nome pontificale in genitivo latino, seguito dall’eventuale aggettivo numerale ordinale)”.
Alle 19.06 dal comignolo sopra la cappella Sistina è uscita una copiosa fumata bianca dopo la quinta votazione, nel secondo giorno del Conclave. La folla in Piazza San Pietro festeggia e applaude.
Il precedente. Nell’anno 483, esattamente il 13 marzo, venne eletto papa Felice III. Il santo del giorno è Sant’ Eufrasia di Nicomedia – Vergine e Martire.
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