Kabul, il primo giorno talebano è emblematico: liberati 5.000 prigionieri, militanti Isis e Al Qaeda. Con loro sono stati liberati migliaia di criminali comuni, banditi, assassini, stupratori. Sono già l lavoro: negozi svaligiati, furti nei supermercati e nelle case private, assalti agli edifici pubblici.
Caos nelle strade, saccheggi e violenza ovunque. L’autorità pubblica ha perso ogni controllo. È un inferno. Il talebani hanno chiesto ai poliziotti di tornare a lavorare per fermare i criminali ma senza successo. Per ora. Anche negli uffici pubblici non rientra nessuno, manca la fiducia. Finirà come a Kunduz, ricca città dell’Afghanistan settentrionale, conquistata dai talebani l’8 agosto. Siccome nessun impiegati si presentava sono andati – mitra in mano – a “convincerli“, casa per casa.
Già issata la loro bandiera sul palazzo presidenziale, sta per essere proclamato l’Emirato islamico che vent’anni fa era stato abbattuto dalll’intervento occidentale. L’orologio della storia è tornato indietro.
Caos all’areoporto. I locali sono inferociti. Si sentono traditi due volte. Perché gli occidentali li hanno abbandonati e poi perché hanno “sequestrato“ le piste vietando loro l’accesso. La folla ha cercato di superare il filo spinato ma i soldati americani hanno sparato in aria per dissuaderli. Nella calca si sono registrati cinque morti.
Il fermo dei voli commerciali ha complicato le cose. Secondo quanto ha riferito Alberto Zanin, coordinatore medico del Centro per vittime di guerra di Emergency a Kabul, ci sono stati scontri a fuoco sulle piste e numerosi feriti da proiettili. Conferma Sky news.
A Roma il primo aereo da Kabul
Intanto si registra a Fiumicino il primo aereo militare con 74 persone. Si tratta del personale della nostra Ambasciata, connazionali presenti in Afghanistan ed una ventina di ex collaboratori afghani. Il ponte aereo proseguirà nei prossimi giorni.
Un medico afghano, appena arrivato a Roma ha detto: “Kabul è distrutta. I talebani stanno girando casa per casa e cercano i miei colleghi. Il futuro dell’Afghanistan va chiesto a chi per vent’anni è stato lì, a chi ha collaborato con noi e sta per morire. Sì, ci sentiamo traditi”.
Afghanistan, vergogna dell’Occidente imbelle è falso. Sorprende – si fa per dire – l’assordante silenzio della sinistra mondiale. Ha detto di più il Papa. Se la ride Trumpone, Joe Biden sta facendo una figuraccia. In serata ha inviato altri mille soldati. Non vuol sentir parlare di fallimento. Non accetta il paragone “Kabul come Saigon “. Ma se questo non è un altro umiliante Vietnam cos’è? Certo, molto peggio. La fuga da Saigon avvenne dopo una lunga logorante sconfitta militare, sotto pressione interna (renitenza alla leva) e internazionale (Unione sovietica). La fuga da Kabul avviene per ragioni che ai più sfuggono, oscure, misteriose, forse peggio.