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Massacro di Katyn, l’ultima apertura di Medvedev: online il “sì” di Stalin

di Maria Elena Perrero |29 Aprile 2010 12:37

Prosegue la campagna di apertura di Mosca sull’eccidio di Katyn. Dopo la partecipazione del premier russo Vladimir Putin alla commermorazione delle vittime staliane, il 7 aprile scorso, il presidente Dmitri Medvedev ha deciso di mettere oinline il “Dossier n.° 1, un pacchetto di sette documenti he provano la responsabilità dell’Unione Sovietica nel massacro di Katyn.

Il sito degli Archivi federali russi (www.rusarchives.ru) sul quale sono stati pubblicati è stato subito sommerso da più di 600mila collegamenti. “La maggior parte delle richieste viene dalla Polonia, ma anche dall’Ucraina e dalla Russia”, ha spiegato la portavoce degli Archivi, Nina Buravchenko.

Tra i file, la lettera di Lavrentij Beria il 5 marzo 1940, in cui il capo della polizia segreta di Stalin propone la pena capitale per le decine di migliaia di prigionieri di guerra polacchi, “nemici ostinati e incorreggibili del potere sovietico, pieni di odio verso il sistema”. La risposta di Stalin, vergata in inchiostro blu, fu “za”, favorevole.

I documenti messi in rete da Medvedev non sono inediti. Dopo che Mikhail Gorbaciov, nel 1990, riconobbe la responsabilità sovietica nel massacro dei 22mila ufficiali polacchi nelle foreste di Katyn, una piccola parte degli archivi venne consegnata a Varsavia, a disposizione però soltanto degli storici.

Medvedev ha promesso che alla pubblicazione di ieri ne seguiranno altre, e ha dato ordine di trasferire a Varsavia nuovi documenti. Il gesto è stato apprezato dal primo ministro polacco Donald Tusk, che dopo la tragedia aerea di Smolensk aveva dichiarato che a apprezzato, aggiungendo però “abbiamo bisogno di fatti, non di parole. Mi chiedo se la Russia userà l’opportunità di questa tragedia per migliorare le nostre relazioni”.

Medvedev ha definito quest’operazione di trasparenza “un dovere”: “Che la gente veda – ha detto – che sappiano chi ha preso la decisione di uccidere gli ufficiali polacchi. Le firme sono lì, i volti sono noti”. Ma la responsabilità, come ha sottolineato Putin a Katyn il 7 aprile, è stata di Stalin, non del popolo russo.

Mentre si avvicinano le grandi celebrazioni del 9 maggio per il 65° anniversario della vittoria, il Cremlino enfatizza il distacco dal leader georgiano per non macchiare il ruolo dell’Urss nella sconfitta sul nazifascismo.

Molti in Russia restano convinti che il massacro di Katyn fu compiuto dai nazisti, e chiedono nuove inchieste.

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