Kim Jong-un, enigma successione: chi potrebbe prendere il posto del leader della Corea del Nord

PYONGYANG  –  L’incertezza sulle condizioni di salute del leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, in convalescenza in seguito ad un intervento cardio-chirurgico secondo il sito web sudcoreano Daily Nk e forse in “grave pericolo” dopo l’operazione secondo quanto riferito alla Cnn da un funzionario Usa, aprono alle speculazioni sul futuro del Paese e della sua leadership.

Il nome del giovane dittatore, intanto, continua a comparire sui media statali nordcoreani: giovedì l’agenzia di stampa del regime Kcna batteva la notizia di un suo messaggio inviato al presidente siriano Bashar al-Assad, con cui Kim intrattiene frequenti scambi, per ringraziarlo di un messaggio inviatogli in occasione della ricorrenza a cui non ha partecipato, la “Festa del Sole”, ovvero l’anniversario della nascita del nonno, Kim Il-sung, fondatore e presidente eterno della Corea del Nord, scomparso nel 1994.

La sua assenza aveva generato speculazioni sul suo stato di salute, che il presidente Usa, Donald Trump, ritiene “non corrette”.

Il Rodong Sinmun, il principale quotidiano del regime, venerdì ha citato un omaggio floreale ricevuto da Kim da parte dell’ambasciata russa a Pyongyang, in occasione dell’anniversario della sua visita nel Paese, lo scorso anno, quando ebbe il suo unico summit con il presidente russo Vladimir Putin a Vladivostok.

Difficile comprendere appieno anche la situazione a Pyongyang.

Nella capitale nordcoreana ci sarebbe stata una corsa alle scorte, secondo quanto riportato dal sito web Nk News, ma oggi la situazione sarebbe “calma”, sia nella capitale che a Dandong, la località di confine con la Cina, secondo quanto riporta lo stesso sito web specializzato sul regime di Kim. 

Citando fonti informate, Nk News scrive che “non ci sono all’esterno segnali di commozione o segnali di operazioni inusuali di sicurezza per le strade”.

Intravedere quello che succede nel cuore del regime è difficile.

“L’unica questione certa, è un dato oggettivo, è il fatto che Kim non abbia partecipato alla celebrazione del giorno del Sole”, spiega all’AGI Antonio Fiori, esperto di Corea del Nord, e docente di storia delle relazioni internazionali, delle società e delle istituzioni extra-europee all’università di Bologna.

Kim potrebbe anche non avere problemi di salute e trovarsi a Wonsan, sulla costa orientale del Paese, secondo voci provenienti da Seul, e non in una dimora a nord di Pyongyang in convalescenza.

La famiglia Kim ha, però, una storia conclamata di malattie cardiache: sia il padre che il nonno sono morti con problemi al cuore, nonostante il nonno sia stato colpito da un tumore diventato molto visibile alla base del collo.

Se le condizioni del giovane dittatore sono avvolte dall’incertezza, ancora di più appare esserlo un’eventuale successione al vertice del potere, nel caso in cui Kim venisse a mancare.

Tra le ipotesi che hanno preso corpo dopo la diffusione della notizia di un suo intervento al cuore c’è quella che darebbe un ruolo di primo piano alla sorella minore, Kim Yo-jong, ampiamente sotto i riflettori negli ultimi due anni: una sorta di capo dello staff del leader, Kim ha accompagnato il fratello nelle sue trasferte per i summit con il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, e con il presidente Usa Trump. 

Kim Yo-jong, che si ritiene abbia 31 anni, è membro supplente del Politburo del Partito dei Lavoratori guidato dal fratello, e in un eventuale periodo di transizione si rivelerebbe come la principale fonte di potere di una leadership collettiva.

Kim assumerebbe un ruolo ad interim al vertice del regime, retto da tre generazioni della famiglia, in attesa che crescano i nipoti, ovvero i figli del 36enne Kim Jong-un, il più grande dei quali ha dieci anni, secondo la tesi di Go Myong-hyun, research fellow presso lo Asian Institute for Policy Studies di Seul, spesso citato in questi giorni dai media internazionali.

Ad affiancare Kim Yo-jong ci potrebbero essere alcuni anziani del partito, come Choe Ryong-hae, dallo scorso anno presidente del Presidium dell’Assemblea Suprema del Popolo, carica che lo rende capo di Stato nominale ma anche sostanziale numero due del regime, e l’ex premier Pak Pong Ju, che è stato supervisore dell’introduzione di alcune misure del libero mercato nell’economia nord-coreana.

Un ruolo potrebbe ritagliarselo anche Kim Yong-chol, il capo negoziatore con gli Stati Uniti durante i colloqui, poi falliti, con l’amministrazione guidata da Trump per la denuclearizzazione.

L’alto funzionario è il numero due del partito e assieme all’attuale ministro degli Esteri, Ri Son-gwon, potrebbe essere a capo della diplomazia.

Difficile, però, immaginare che la Corea del Nord possa essere pronta per una donna al vertice del potere, da sempre dominato da figure maschili.

Al suo arrivo al vertice, Kim Yo-jong potrebbe essere affiancata dal fratello maggiore di Kim, Kim Jong-chol, rimasto però distante dalla leadership.

I papabili all’interno della famiglia, d’altronde, non sembrano abbondare: la zia di Kim un tempo molto influente nelle alte sfere, Kim Kyong-hui, è scomparsa di scena – tranne una breve apparizione che ha sorpreso molti, proprio all’inizio di quest’anno vicino al leader – dopo che il marito, Jang Song-Taek, venne fatto giustiziare al termine di un processo sommario per tradimento nel 2013.

Fuori gioco sarebbe anche un altro zio dell’attuale leader, Kim Pyong-il, che sarebbe tornato di recente in Corea del Nord dopo una lunga esperienza come diplomatico in Europa, ma forse proprio per questo rimasto escluso dai giochi di potere di Pyongyang. (Fonte: Agi)

Gestione cookie