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Kissinger, 100 anni, è tornato a Pechino in missione privata. Accolto dal presidente Xi come un capo di Stato

Fenomeno Kissinger! Alla faccia dei suoi 100 anni (compiuti lo scorso 23 maggio) è sceso di nuovo in campo.

Henry Kissinger ha lasciato il suo confortevole studio di New York ed è andato a Pechino in nome della Realpolitik. L’ex segretario di Stato USA ( durante le presidenze di Nixon e Ford, tra il 1969 e il 1977) è stato accolto da Xi Jinping con gli onori di un capo di Stato in omaggio al ruolo che svolse 50 anni fa, nel reciproco riconoscimento tra Washington e Pechino.

Una visita privata anche per lanciare un segnale alla amministrazione USA in una fase in cui i rapporti sono particolarmente tesi, nonostante i tentativi di distensione.

IL SECOLO LUNGO DI HENRY

A 100 anni il “ grande vecchio” si è messo in testa un obiettivo importante: rompere l’asse Mosca- Pechino. Kissinger procede nella linea tracciata in 3 mesi dai suoi predecessori: il ministro della Difesa Austin, il Segretario al Tesoro Janet Yellen, l’inviato per il clima John Kerry, il Segretario di Stato Antony Blinken. Quest’ultimo aveva fatto addirittura anticamera da Xi.

Invece l’onnipotente presidente cinese è andato incontro al “dottor Kissinger “, (dottorato ad Harvard) che avanzava, su un tappeto rosso, sorretto dal proprio bastone e da un funzionario. Xi ha detto: ”Il popolo cinese non dimentica un vecchio amico. Ricorderò sempre il suo contributo storico all’avanzamento delle relazioni tra Cina e Stati Uniti e alla amicizia tra le due Nazioni”.

Ha aggiunto la televisione di Stato: ”La politica americana ha bisogno di saggezza diplomatica alla Kissinger e di coraggio politico alla Nixon”.

VIETNAM, CILE E L”INCONTRO SEGRETO CON MAO

Tre pagine di storia. Tre “missioni” che hanno dato fama mondiale al vecchio marpione di origini ebraiche, nato in Germania e trasferitosi a 16 anni negli Usa per sfuggire alle persecuzioni naziste.

Primo successo: ha impostato i negoziati di pace con il Vietnam del Nord. La guerra era stata avviata dai democratici Kennedy e Johnson.

Secondo “colpaccio “ sempre nel nome della Realpolitik: l’appoggio a Pinochet nel golpe contro Allende (1973); il Cile stava diventando un’altra Cuba.

Terzo capolavoro diplomatico ai tempi della Guerra fredda: la rottura dell’asse Mosca-Pechino, il graduale distanziamento tra Breznev (successore di Kruscev) e la Cina di Mao. È stato Kissinger a preparare la storica visita di Nixon (1972).

Memorabile la stretta di mano, sempre a Pechino,fra Nixon, Mao e Ciu Enlai.

Ora, mezzo secolo dopo, Kissinger cerca il bis forte della sua personale convinzione che “l’amicizia incrollabile “ di Xi con Putin di fatto è già crollata e che il futuro della Cina dipende dai rapporti con gli USA. Kissinger lo ha detto con la sua proverbiale schiettezza:”Sono qui come amico. Voglio contribuire a eliminare gli equivoci e favorire la coesistenza pacifica “. Chapeu.

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