Kuwait/ Storica consultazione popolare, quattro donne elette per la prima volta in Parlamento

Pubblicato il 18 Maggio 2009 - 09:33 OLTRE 6 MESI FA

Storica consultazione popolare in Kuwait, il ricco emirato del Golfo Persico, dove quattro donne sono state elette per la prima volta in Parlamento, il Majlis al-Umma (Assemblea nazionale unicamerale). In Kuwait, una delle rarissime democrazie nell’area, le donne avevano ottenuto il diritto di votare e di candidarsi nel 2005, ma sia nel 2006 che nel 2008 non era mai accaduto che una donna fosse eletta.

Una delle elette, Massouma al-Mubarak, era stata anche la prima ministra donna del governo nel 2005. Le altre sono l’ attivista per i diritti delle donne Rola Dashti, l’insegnante di pedagogia Salwa al-Jassar e la professoressa di filosofia Aseel Al-Awadhi. Entrambe candidate liberali, Awadhi e Dashti hanno in comune anche un passato di studi negli States.

Dal voto è emersa anche un’importante perdita di consenso dei fondamentalisti musulmani, che sono passati da 24 seggi ai 16 attuali.

 ”E una vittoria per le donne del Kuwait e una vittoria per la democrazia kuwaitiana.  E’ un balzo in avanti”, ha commentato Aseel al Awadhi. La donna ha 40 anni, ha nel curriculum un dottorato dell’università del Texas ed è professoressa di Scienze politiche all’Università del Kuwait. Ha annunciato di voler concentrare la propria azione in parlamento, che conta 50 deputati, su economia, sanità, istruzione e diritti delle donne.  

Nell’emirato la politica è considerata un’attività da uomini, il trono è ereditario e il sovrano nomina il primo ministro. Sempre l’emiro decide quando sciogliere la Camera.

I kuwaitiani alle urne hanno detto di essere stanchi delle contese fra deputati e membri dell’esecutivo, che hanno portato a tre elezioni e addirittura cinque governi in tre anni.

Le crisi politiche hanno di fatto congelato lo sviluppo nel ricchissimo paese petrolifero in un momento in cui si trova ad affrontare la pesante congiuntura economica globale e sono crollati i proventi delle vendite dell’oro nero, che rappresentano il 90% delle entrate del Paese arabo.

Le donne erano il 57% sul totale degli aventi diritto al voto, con 16 candidate per conquistare almeno uno dei 50 seggi dell’assemblea. Nella precedente consultazione solo il 30% delle aventi diritto era andato alle urne e sul fallimento elettorale era pesata la tradizione tribale di negare la preferenza a qualsiasi candidata donna.